Chi conosce Davide Tiso e il suo approccio tecnico-compositivo non si stupirà di riscontrare nel debutto di questo suo nuovo avvincente progetto lo sviluppo di alcuni tematiche già affrontate con l’ultimo capitolo discografico degli Ephel Duath e con ‘Salem’s Wounds’ dei Gospel Of The Witches, entrambi elaborati assieme a Karyn Crisis. Allo stesso tempo le presenti otto tracce, registrate assieme a Jason McMaster (Watchtower, Dangerous Toys) e Hannes Grossman (Necrophagist, Obscura) si spingono su territori sonori nuovi. Alcuni troveranno riferimenti a The Dillinger Escape Plan e Mudvayne, altri ameranno le contaminazioni tra prog metal e avantgarde jazz – e in effetti l’album potrebbe uscire tranquillamente per la Tzadik di John Zorn e nessuno avrebbe niente da obiettare – e altri ancora se ne fregheranno di qualunque paragone e perderanno anima e mente nei viziosi circoli strumentali creati dal trio. La produzione è stata seguita da Scott Evans (Kowloon Walled City, Ghoul) ed in scaletta appaiono anche il sassofonista Bruce Lamont (Yakuza, Brain Tentacles) ed i chitarristi Kevin Hufnagel (Dysrhythmia, Gorguts) e Fester (Burials, Humorous). L’iniziale ‘Upended’ ha il compito di settare gli standard dell’intera release e preparare l’ascoltatore ad un certo tipo di atmosfere e digressioni tecniche che trovano il loro apice nelle spaventose ‘Midway’ e ‘Descent To Light’. La schizofrenia è una costante ma non c’è un solo minuto di questo meraviglioso album che trasmette incoerenza o irrazionalità. Al contrario siamo al cospetto di un lavoro studiato nei dettagli e che difficilmente potrà essere assorbito di primo acchito.