Un lavoro compatto e privo di filler o sbavature quello dei lombardi che non disdegnano soluzioni vicine a Death e Fear Factory ed in generale sembrano essere dipendenti dal suono degli album metal degli anni novanta. Per tutta la scaletta stacchi aggressivi e passaggi melodici vengono bilanciati in maniera saggia e le influenze progressive rendono gli arrangiamenti più corposi. A tratti quella degli Embryo sembra più musica da ascolto con le cuffie più che destinata alla dimensione live e questo non fa che accendere la curiosità di vederli all'opera dal vivo per valutare l'effettiva trasportabilità di certi pezzi. Se però mi avessero detto che la nazione di provenienza dei ragazzi fosse stata la Svezia, la Germania o il Canada non mi sarei minimamente sorpreso. Ciò perché la loro personalità è indubbia e 'A Step Beyond Divinity' può vantare una produzione competitiva con le migliori uscite del settore. 'Vanguard For The Blind' e 'The Greatest Plan' i pezzi più ambiziosi della scaletta.