-Core
Korn
Il report di Korn Monumental

Anche i californiani hanno deciso di immettere sul mercato un evento in streaming e, ancora una volta, si sono superati annientando la concorrenza e regalando ai propri fan un’esperienza sonora e visiva incredibile. Il concerto si è tenuto a Los Angeles sul set di Stranger Things: The Drive-Into Experience e la scaletta è stata incentrata su tanti pezzi nuovi ed alcune gemme del passato che hanno mandato fuori di testa chi segue la band fin dal 1994, un anno straordinario per la musica in cui è stato pubblicato l’omonimo debutto. 

Mentre aspettavamo che il concerto venisse tramesso, Allison Hagendorf, avvenente giornalista newyorkese e Global Head di Rock for Spotify, ha intervistato Jonathan, James e Brian, il cui ritorno ha davvero portato grandi benefici, per illustrare i motivi che hanno spinto alla realizzazione di un evento di questo tipo ed il divertente footage di contorno ha permesso di scoprire qualche dettaglio su ‘Ball Tongue’ e ‘Dirty’, oltre che di vedere i musicisti all’opera durante le prove. 

Queste le parole di Davis:

"It seemed like everybody was doing it at the time; there were a lot of livestreams. We were kicking back. But we wanted to do something that was really grand and different. It's always been Korn's thing to always push the envelope and do different things — present things in a different way from how usually people present things. So we got our team together and came up with this amazing livestream. And it's like nothing I've ever seen for a stream. When we went down there and looked at the site, it's just so big. The music's big, and everything's gonna fall into place and it's really an exciting experience. It's more of an experience than just sitting there watching a band play on a screen."

A lasciare a bocca aperta sono stati fin da subito la produzione, a cura di Danny Wimmer Presents, ed il mixaggio con immagini e audio, ad alta risoluzione e definiti in maniera meticolosa. Il microfono di H.R. Giger e l’impressionante drum kit di Ray Luzier sono stati messi come al solito in primo piano ma grande cura è stata posta anche sulle immagini ottenute con i drone – semplicemente da brividi uno sguardo dall'alto del palco – sui fondali che hanno ricordato quelli di The Wall di Roger Waters e sui continui incroci tra tridimensionale e quadrimensionale con un numero spropositato di telecamere coinvolte. Un’ambientazione cinematografica con la città che incombeva sullo sfondo ed un gigantesco schermo led in contrasto con l’atmosfera alienante di ‘The Encounter’, filmato ai tempi di ‘Korn III: Remember Who You Are’ in un crop circle. Negli scorsi mesi solo i Puscifer erano riusciti a creare qualcosa del genere, ma in quel caso la location era stata suddivisa su più piani per dare una discontinuità all’elettrizzante visione. Nello specifico invece i Korn si sono mossi sullo stesso palco con video, luci e proiezioni provenienti da almeno quattro lati. 

Il debutto dal vivo di ‘Victimized’, uno dei migliori pezzi di ‘The Paradigm Shift’, ha settato gli standard dell’intera performance ed è stato curioso vedere i migliaia di commenti entusiasti dei fan, sia sulla chat dell’evento sia sui principali gruppi di Facebook. Jonathan Davis è sembrato fin dalle prime note in grande forma e lo ha confermato con la successiva ‘Cold’, uno dei singoli dell’ultimo lavoro in studio ‘The Nothing’, che avrebbe meritato una promozione dal vivo di tutt’altro tipo. Lo sguardo cinico di Munky e Head mentre i loro riff meccanici e distorti lanciavano ‘Insane’ e ‘You’ll Never Mind Me’, separate dal classico ‘Falling Away From Me’ in cui Fieldy come di consueto ha dominato la scena, rimarrà a lungo nella memoria degli spettatori e l’impossibilità di pogare di fronte a tanta energia è stata in parte dimenticata al cospetto di un set del genere. 

I Korn hanno poi eseguito tracce come ‘Toughtless’, ‘Throw Me Away’ e la spettacolare ‘Dirty’, che non venivano suonate da una decina di anni e che hanno contribuito a rendere davvero monumentale uno show che sono sicuro verrà presto trasportato su Blu-ray 4K. L’apice è coinciso con l’accoppiata formata da ‘Justin’ e ‘Black Is The Soul’ - ideale collegamento tra due album così diversi eppure ugualmente micidiali come ‘Follow The Leader’ e ‘The Serenity Of Suffering’ – e dall’altra formata da ‘Ball Tongue’, con ancora impresso Head che bercia “Ball Tongueeeeeee” in sala prove, e ‘Narcissistic Cannibal’, probabilmente il passaggio più ispirato di tutta l’era dubstep. Jonathan si è superato in ‘Can You Hear Me’ e per chiudere lo spettacolo è stato scelto un altro classico come ‘Here To Stay’, giusto per sancire per l’ennesima volta un dominio totale in ambito alternative metal. 

Di giorno in giorno sale sempre di più l’ansia dell’uscita del nuovo full lenght, annunciato in fase promozionale però del quale non è nota la data di pubblicazione, ma la possibilità di ammirare a più riprese ‘Korn Monumental’ ci ha senza dubbio fatto respirare.