-Core
Frost*
UK
Pubblicato il 29/06/2006 da Lorenzo Becciani

Intanto sono curioso di sapere cosa ti ha spinto a creare un gruppo progressive dopo anni di collaborazioni con artisti pop..
Non ne potevo veramente più di comporre canzoni con i soliti tre accordi e scrivere testi dove heart deve fare necessariamente rima con start. Avevo bisogno di una ventata di aria fresca e quindi ho deciso di assecondare quello che era sempre stato il mio sogno. ‘Milliontown’ non è altro che una ‘scatola’ di desideri che per un motivo un altro non ero mai riuscito a realizzare. Avevo sentito il cd dei Kino e ne ero rimasto entusiasta. Per questo ho deciso di scrivere un’email a John Mitchell e da quell’istante è come se la mia intera menta si fosse concentrata solo su questo disco. L’aspetto che mi interessava maggiormente curare era quello di smentire in modo assoluto quella regola non scritta ma purtroppo spesso applicata secondo la quale il prog deve per forza suonare come qualcosa proveniente dagli anni settanta. Per questo ho incentrato il mio lavoro in modo da dare a ‘Milliontown’ un sound molto moderno ma altrettanto ricercato dal punto di vista stilistico e sonoro. Un esempio può essere questo. Al momento di formare la band ho ascoltato decine di dischi prog per farmi un’idea dei musicisti e del tipo di progetto che volevo costruire. In quasi tutti quei dischi c’era un uso esasperato del mellotron che io odio. Mi spiego meglio. Non odio il mellotron ma il fatto che venga impiegato costantemente, in modo del tutto forzato e questo non ha veramente alcun senso.
Qual è la differenza maggiore nel comporre una canzone pop e una prog ?
Ti assicuro che sotto molti aspetti è decisamente più difficile scrivere una canzone pop di tre minuti che una suite prog di dieci o venti. Questo perché hai molta più concorrenza e ottenere successo in campo pop non è semplice. La differenza maggiore poi sta nella tempistica. Il pop è schiavo del music system dove tutto deve seguire dei ritmi ben precisi e inderogabili. Ogni artista ha bisogno di un singolo per anticipare l’album, del corrispondente video, di un singolo per promuovere l’album, del suo video e così via. Le label ti danno una settimana-dieci giorni massimo per proporre delle canzoni e devi fare tutto in fretta. Per ‘Milliontown’ invece mi sono preso quasi un anno e mezzo tra composizione, registrazione e produzione dell’intero lavoro e l’aspetto divertente è che nonostante abbia passato ore e ore in studio per decidere suoni e parti da tagliare questo è senza dubbio l’insieme di canzoni meno ‘prodotte’ di tutta la mia carriera. E’ un disco certamente molto suonato, moderno ma senza troppi effetti o iper-produzioni.
Immagino che lavorare con Ronan Keating o John Mitchell non sia esattamente la stessa cosa..
Dal punto di vista professionale non ci sono poi queste grandi differenze. Ronan è un ragazzo molto educato e gentile che si ritiene davvero fortunato per il dono che ha ricevuto con la sua voce e la sua carriera. Questo lo rende decisamente più alla mano di tanti artisti con cui ho lavorato e più esigente al momento di cantare o scegliere un arrangiamento oppure un altro. John è veramente molto metodico. Ha una tecnica impressionante della mano destra e sa far vibrare le corde del suo strumento come pochi altri. Credo che nel disco si senta che c’è stata grande sintonia tra di noi. Non è un album freddo come tante uscite prog. Ha i suoi momenti cupi ma molti passaggi sono pieni di feeling e armonie solari.
So che stai già lavorando al secondo album..
In questo momento ho buttato giù delle idee per Kilye Minogue e credo che due canzoni alle quali ho collaborato andranno sul prossimo disco di Britney Spears. Allo stesso tempo ho già in programma di ritagliarmi lo spazio necessario per registrare il nuovo disco dei Frost che credo non tarderà ad arrivare. Lo stesso John è entusiasta di come sono andate le cose e credo farà il possibile per accelerare i tempi. Speriamo anche di potere fare qualche data in più magari in Italia che è un paese che amo molto.
Quando parli di ‘Black Light Machine’ ti riferisci alla televisione ?
Non proprio. Mi riferisco ai media in generale che sotto la presidenza Bush hanno tentato in tutti i modi possibili di far passare sotto una buona luce la missione in Iraq e l’entrata in guerra del paese. Non voglio dare una morale politica. Mi e’ sembrato solo assurdo vedere i servizi ai telegiornali come pubblicità di pannolini o deodoranti. Tutti sorridenti mentre in Inghilterra c’erano aspre polemiche e fino all’ultimo non è stata certo che Blair avesse i numeri in parlamento per potere procedere con la missione. Colori, luci, tutto sembrava così bello e invece nascondeva solo morte. E’ come se un fascio di luce colorata emanasse pace per poi annerirsi e cambiare improvvisamente.
Pensi che prima o poi la musica prog potrà mai raggiungere le masse ?
Credo proprio di si anche se forse prima dovrebbe esserci un cambiamento culturale a livello delle label e del mercato. A mio avviso in qualsiasi campo se un disco è buono vende, se non è buono non funziona. Questo vale per il pop, la techno, come per il rock e il progressive. Sono certo che con una promozione adeguata tanti dischi che sono conosciuti solamente da appassionati e addetti ai lavori avrebbero venduto milioni di copie e questo è uno degli obiettivi che mi sono posto quando ho pensato per la prima volta a come doveva essere ‘Milliontown’.

(parole di Jem Godfrey)

Frost*
From UK

Discography
Milliontown (2006)
Experiments In Mass Appeal (2008)
Falling Satellites (2016)