-Core
Husqwarnah
Italia
Pubblicato il 20/12/2021 da Lorenzo Becciani

Perché Husqwarnah? C’è un significato particolare dietro a questo nome?
Il noto pedale HM2, per il suo particolare suono che produce, è stato spesso accostato al suono di una motosega. Abbiamo preso quindi spunto dal noto brand svedese creando così un collegamento con la terra che ha dato i natali alle band che più ci influenzano (per poi scoprire che il noto brand non si occupa solo di moto e motoseghe ma all’inizio del 900 produceva componenti per fucili). Ci sembrava un nome che suonasse bene e coerente con la nostra musica.

Come è nata la band e qual era la visione quando vi siete formati?
Suoniamo tutti in band locali, ci si conosce da tempo ed abbiamo spesso condiviso il palco. L’idea alla base degli HusqwarnaH è molto semplice, suonare Death Metal senza troppi fronzoli. E questo è il risultato.

Quando avete cominciato a comporre il materiale per l’album? È stato un processo complicato? 
Le prime canzoni nascono nel 2019 a ridosso dei nostri primi live, questo ha aiutato a capire immediatamente le potenzialità dei brani e a dare una direzione al nostro sound, il nostro processo di scrittura è molto collettivo e spontaneo. Basta guardarsi negli occhi per capire che un riff è “quello giusto”. 

Siete riusciti a registrarlo tutti insieme?
Purtroppo no, è stato un processo piuttosto incasinato. Eravamo pronti per registrare nei primi mesi del 2020, i vari lockdown hanno rallentato molto e qualcosa è stato registrato anche a distanza, tra cui voce e le linee di chitarra/basso. Inizialmente, per problemi legati alle chiusure e alle  restrizioni, pensammo di programmare le batterie vista l'effettiva impossibilità di raggiungere lo studio. Dopo aver ascoltato le prime riprese ci siamo resi conto dello schifo che sarebbe venuto fuori e abbiamo preferito attendere la successiva apertura per registrare a parte (e per ultima) la batteria. Si può dire che l'ultima modifica al disco e la firma finale l'abbia data Riccardo Floridia, il nostro primo batterista. Il risultato è stato sorprendente e ne siamo molto soddisfatti. I complimenti vanno a Carlo Altobelli e al Toxic Basement Studio.

Che tipo di suono avevate in mente? Vi siete ispirati a qualche album specifico in termini di produzione e mixaggio?
Siamo decisamente dei fanatici del death metal e ascoltando il disco si capiscono molte influenze, dalla scena olandese a quella della Florida, passando per il Regno Unito. Non abbiamo scelto un punto di riferimento ben preciso né per seguirne la scia né per farne la mera fotocopia. 

L’immagine militaresca è qualcosa di legato alle vostre influenze musicali oppure siete influenzati pure da letteratura e cinematografia di un certo tipo?
L’artwork, come il titolo, più che riferirsi ai vari conflitti mondiali vuole figurare il nostro “ingresso in battaglia” nella scena musicale, trattiamo temi di ogni tipo, i nostri testi vengono ispirati da fatti di cronaca, leggende grottesche, perversioni umane, visioni infernali e molto altro ancora, non vogliamo darci un tema specifico.

Scorrendo le canzoni si percepisce una forte personalità, ma anche retaggi di formazioni storiche come Bolt Thrower, Asphyx, Morbid Angel, Cannibal Corpse e così via… Siete più legati al death metal europeo oppure alla scena americana?
Credo che ognuno di noi abbia i suoi campioni, forse il bello è appunto prendere ciò che amiamo di ogni scuola e riuscire a farlo “nostro”.

Quali sono i gruppi moderni che secondo voi riescono a proporre un death metal allo stesso livello di quello dei classici degli anni ‘90?
Bella domanda! C’è chi ha preso quel filone anni ’90 e ne ha fatto un revival più che godibile e c’è chi ha elevato quello stile in molteplici forme. Come in molte cose la soluzione migliore sta nel mezzo, innovare senza snaturare, sia a livello di suono che di composizione e forse è anche l’idea della nostra band. Tra tutti probabilmente sceglieremmo unanimemente gli Asphyx!

Ci sono dei gruppi italiani con cui avete legato in maniera particolare oppure che valgono tantissimo eppure non sono ancora riusciti ad emergere?
Un gruppo che stimiamo molto ha già fatto il grande passo e speriamo che crescano sempre più, parliamo degli Hideous Divinity ai quali chiediamo perdono per la notte insonne che gli abbiamo  fatto passare 2 anni fa in occasione di una data assieme. Per il resto citerei gli amici Blasphemer e i thrasher Ural coi quali abbiamo condiviso recentemente il palco per il nostro release party.

Il vostro obiettivo principale è l’Italia o l’estero? Nello specifico avete ricevuto del feedback da alcuni mercati particolari? 
E’ ancora presto per dirlo, siamo rimasti molto colpiti da alcune recensioni estere ma anche da quelle nazionali. Il nostro obbiettivo è testarci in italia come in contesti fuori dallo stivale, magari imbarcarsi in qualche tour, anche se in questo periodo è più complicato che mai. Abbiamo avuto dei feedback bizzarri dall’Oceania. Purtroppo il nostro iniziale contratto con una label tedesca è andato a farsi fottere per svariati motivi, con il disco leakato il giorno della sua iniziale release, il 23 marzo. Subito abbiamo cercato di correre ai ripari chiudendo i rapporti con la suddetta label e togliendo tutto il materiale da internet. A distanza di mesi abbiamo scoperto che molti fan australiani erano in cerca del “disco perduto degli HusqwarnaH”, comparso mesi prima su tutte le piattaforme digitali per un giorno e poi scomparso. Una volta uscito ufficialmente su Fuel e Reborn abbiamo ricevuto un sacco di segnalazioni, specialmente tramite twitter, del fervore dalla terra dei canguri. Speriamo di poterci andare un giorno!

Qual è la traccia chiave di ‘Front: Toward Enemy’? 
Personalmente direi l’opener “Melting Face”, è stato il primo brano che abbiamo scritto e lo ritengo un ottimo biglietto da visita.

Come è nata la collaborazione con Mikael Stanne dei Dark Tranquillity e perché avete scelto di proporre una cover dei Rush? 
È la band preferita di sempre del nostro bassista, il quale ha sempre pensato di riproporre qualche brano del trio canadese. Purtroppo con la morte di Neil la necessità di tributare la band si fece più pesante e cominciò a studiare un brano che nessuno avesse già coverizzato. Mikael, che ringraziamo, è da sempre anch'egli super fan dei Rush. Accettò subito la proposta e nell'arco di poche settimane avevamo tutto pronto e impacchettato.

 

Husqwarnah
From Italia

Discography
Front: Toward Enemy - 23021