-Core
Carnifex
USA
Pubblicato il 06/09/2021 da Lorenzo Becciani

Ti trovo in grande forma.
Non mi lamento grazie. Sto facendo tante interviste ed è eccitante perché sto parlando con le prime persone che hanno ascoltato l’album. Il feedback che stiamo ricevendo è fantastico.

Soprattutto sei diventato bravo anche come attore. Nel videoclip di ‘Graveside Confessions’ ti sei superato.
Diciamo che mi sto abituando a fare video. Cerco di comportarmi come faccio sul palco anche se è diverso perché devo ripetere in continuazione le stesse azioni e non ho il pubblico davanti. Credo che la title track sia un’eccellente rappresentazione dell’album. È una traccia epica e scritta col cuore. Tutto l’album è incapsulato in pochi minuti. 
 
Personalmente trovo che sia un eccellente album death metal ed un deciso ritorno alle origini. 
È curioso perché ho appena fatto un’intervista dove mi hanno detto che è un grande album deathcore ma non è questo il punto. L’importante è che sia un grande album. Alcuni ci trovano influenze black, altri death, ma noi cerchiamo di scrivere canzoni in grado di trascendere il concetto di genere. 
 
Stavolta avete registrato tutto da soli. È stato un processo complicato?  
All’inizio lo è stato sicuramente. A causa dei continui lockdown i nostri piani di prendere un aereo e recarci in uno studio professionale con un produttore di fama internazionale sono andati a farsi benedire. Però, se ci guardiamo indietro oggi, è stata la scelta migliore possibile. Anzi, ti confesso che ci siamo trovati così bene che probabilmente non torneremo più indietro. Recarci in un’altra città comporta costi di viaggio, spese per gli hotel e tutta una serie di aspetti di cui non abbiamo più necessità. Magari non sarà perfetto ma lo sentiamo più nostro. 

A livello di testi sei stato influenzato dall’emergenza sanitaria e tutto ciò che ha comportato?
Per certi versi ‘Graveside Confessions’ è stato l’album più difficile della nostra carriera. Improvvisamente ci siamo trovati a che fare con tanti problemi nuovi. Ci guadagniamo da vivere con i tour e le nostre famiglie dipendono da noi quindi non è stato affatto semplice. La risposta a tutto questo poteva essere soltanto una ovvero lasciare parlare la musica. 

Avete cambiato qualcosa in termini di produzione dopo ‘Slow Death’ e ‘World War X’?
Con ‘World War X’ abbiamo cercato di crescere a livello di popolarità. È il nostro album più tecnico e può vantare la migliore produzione di sempre. Assieme a Jason Suecof abbiamo cercato di uscire dai nostri standard e il risultato è talmente professionale da apparire fin troppo pulito. Stavolta volevamo recuperare un po’ di sporcizia e cattiveria live. Il mixaggio e la masterizzazione sono stati curati da Mick Kenney degli Anaal Nathrakh.  

Com’è nata l’idea di riprendere tre tracce del debutto?
È stato divertente rivisitarle. Adesso tecnicamente siamo in grado di fare qualunque cosa mentre l’epoca le registrammo in un paio di take perché non avevamo soldi per prenotare lo studio più di qualche ora. Registrammo il debutto con seicento dollari e proprio per questo ha qualcosa di magico. Le nuove interpretazioni hanno un suono di chitarra migliore, parti vocali migliori, una registrazione aggiornata ma abbiamo cercato di non smarrire quella magia.

La cover di ‘Dead Bodies Everywhere’ dei Korn è fenomenale. 
Quando abbiamo deciso di registrare una cover abbiamo prima pensato a ‘Angel Of Death’, perché è la prima canzone degli Slayer che abbiamo ascoltato. Poi avevamo pensato ad un pezzo dei Cannibal Corpse ma sono già brutali quindi avremmo potuto aggiungere poco. Così abbiamo deciso di riprendere una canzone dei Korn, meno conosciuta solo perché non è stata pubblicata come singolo ma davvero spettacolare. 

(parole di Scott Ian Lewis)

Carnifex
From USA

Discography
2007 Dead in My Arms
2008 The Diseased and the Poisoned
2010 Hell Chose Me
2011 Until I Feel Nothing
2014 Die Without Hope
2016 Slow Death
2019 World War X
2021 Graveside Confessions
2023 Necromanteum