-Core
Anna Arco
Svezia
Pubblicato il 01/09/2021 da Lorenzo Becciani

Perché hai scelto questo soprannome?
Mi trovavo nella metropolitana e ascoltavo un podcast sull’anarchia. Volevo qualcosa che includesse il mio nome quindi ho giocato con “Anna-rchism” e ho trovato su Google che il termine “anarchism” deriva dal greco “an archos”, che significa “senza regole o leader”. Lo sono visto che scrivo e produco le canzoni per conto mio e mando avanti un’etichetta. Così ho trasformato “an archos” in Anna Arco. 

Perchè scrivi canzoni tristi?
L’album è un’elegia ad una delle mie migliori amiche che è scomparsa nel 2018. Ogni canzone è una piccola parte del superamento del lutto. Mi auguro che il prossimo album sia più luminoso ma solo un po’, perché ho sempre scritto di emozioni complicate ed il songwriting per me è un modo per tirare fuori le difficoltà della vita reale. 

E perché segrete?
Ho tenuto a lungo dentro di me certe cose. Questo mi ha resa molto sola a volte. L’amica di cui parlo nell’album è stata la prima persona con cui ho condiviso questi segreti e quando è morta ho pensato che almeno con lei avevo cercato di aprirmi. Le canzoni sono il tentativo di aprirmi anche con chi ascolta. 
 
Possiamo affermare che art-pop è il termine giusto per descrivere la tua musica? Sei più legata ad ascolti scandinavi/europei o americani? 
Non penso di essere la persona giusta per descrivere quello che scrivo. Sta a chiunque si ponga all’ascolto. Nelle recensioni ho letto di tutto: dark, pop, indietronica, dream pop, goth wave, dark wave, jazz, metal, elettronica.. Personalmente non penso ad alcun genere in particolare quando compongo. Tendo a variare molto e sono ispirata da altre artiste scandinave così come da un certo tipo di pop o dall’hip hop americano. 

Qual è il tuo background? Hai suonato in altri progetti in passato?
Faccio la musicista freelance da oltre dieci anni. Ho fatto parte di tanti progetti prima di Anna Arco. A sei anni già scrivevo canzoni o cantavo nei cori e ho suonato tanti strumenti nella mia adolescenza. A 19 anni ho iniziato a studiare musica a tempo pieno e nel 2018 ho acquisito un Master’s Degree in Jazz Vocals al Royal College Of Music di Stoccolma. Ho suonato in un quartetto beat jazz con cui ho pubblicato un album nel 2016 quindi possiamo dire che ‘Sad Secret Songs’ è il mio terzo album. 

Quanto sono importanti le influenze jazz nel tuo approccio compositivo?
Non credo di essere influenzata dalla musica jazz quando compongo ma sono una musicista educata  in quel modo e quando sei indottrinata ad un certo approccio è normale che qualche influenza ci sia. Credo che sia però più nell’apertura ad accordi meno convenzionali o linee melodiche che non sono tanto usate nella musica pop commerciale. 
 
Hai prodotto l’album da sola. Che suono volevi ottenere? Ti sei ispirata a qualche altro album in particolare? 
L’unica cosa che sapevo quando ho iniziato a registrare l’album è che volevo grandi synth in sottofondo alla mia voce. Ho ascoltato in maniera ossessiva Emilie Nicolas e Susanne Sundfør e ho cercato di spingere la produzione verso quei territori sonori. Il mio processo è molto intuitivo e ho cercato di dare ad ogni canzone una direzione specifica. Per esempio ’Trade’ è molto diversa da ’Scar’ e questo perché a volte le canzoni hanno necessità di una ambientazione musicale più minimale. A volte ho aggiunto violoncello, trombone e voci distorte in spagnolo. Sandra Windahl si è occoupata del mixaggio e si è ispirata a Highasakite, Robyn e Lykke Li. 

I testi sono molto evocativi e poetici. Hai seguito qualche tema specifico? Ti interessi di letteratura e poesia?
Ti ringrazio. Le canzoni sono autobiografiche quindi il tema è legato a ciò che accade nella mia vita. ’Sad Secret Songs’ parla della morte della mia amica e di come mi sono sentita dopo. Leggo parecchio e prendo ispirazione da letteratura, poesia e film. Il mio poeta svedese preferito è  Bruno K Öijer e amo ’L’amica geniale’ di Elena Ferrante.

’Scar’ è un singolo davvero profondo. Possiamo dire che riflette la tua cicatrice più grande?
Come dico nel testo ”You give me love and then withdraw it”. Parla di una persona che ti tiene in ostaggio, che non può vivere senza di te. È una posizione in cui sono stata diverse volte e che può davvero demolire il tuo spirito e trasformarti nella tua ombra. Sto meglio adesso, ma trovo necessario tornare alle mie cicatrici ogni tanto per assicurarmi che non si aprano di nuovo.

Quali sono le altre tracce chiave a tuo parere?
Credo che ’Remember, Remember’ riassuma un po’ tutto l’album e funziona bene come introduzione. La mia traccia preferita è ’Trade’ perchè è la prima che ho scritto quando è morta la mia amica, ma anche ’The Last Song’ mi piace molto perché trasmette luce e speranza dopo un album piuttosto cupo e heavy.  

Quali sono gli album di jazz nordico che ti sono piaciuti di più di recente?
Non ascolto tanto jazz da un po’ di tempo. Per me era grandioso quando studiavo ma adesso non mi accende come prima. Sono molto pignola in termini di ascolti e faccio fatica ad ascoltare qualcosa che non ho scelto personalmente. Mi piacciono molto le parti vocali jazz influenzate dall’hip hop. Non è facile trovarle in Scandinavia ma, per esempio, Hannah Tolf è una fantastica cantante di Göteborg che fa musica di improvvisazione legata al jazz.  

Non sei solo talentuosa ma anche molto bella. Quanto è importante il look per te? 
Penso che la bellezza stia negli occhi di chi guarda, proprio come la musica e l’arte in generale. Inoltre, ovviamente, non sembro sempre come nelle mie foto per la stampa. Ma quando mi esibisco come Anna Arco l'estetica è importante e mi piace vestirmi con abiti accattivanti, che possano migliorare la performance.

(Anna Berglund)
 

Anna Arco
From Svezia

Discography
Songs Within The Spectrum - 2019
Sad Secret Songs - 2021