-Core
Alluvial
USA
Pubblicato il 03/06/2021 da Lorenzo Becciani

Prima di tutto complimenti perché l’album è grandioso e ricco di innumerevoli dettagli tecnici. Immagino non sia stato semplice da registrare?
Abbiamo accumulato una certa esperienza negli anni quindi non è stato poi così difficile. Di sicuro ci siamo complicati la vita in più di un’occasione ma allo stesso tempo ci siamo divertiti.  

Quando avete cominciato a comporre il materiale?
Nel 2018 abbiamo iniziato a comporre le prime canzoni. Il lasso di tempo più grande è servito per completare le parti vocali. 

Avevate un’idea precisa fin dall’inizio? 
Sì, molto chiara. L’idea era quella di rispettare la tradizione ma non infilarci in nessuna categoria. É normale che certe canzoni possano essere definite death metal o atmospheric death metal ma personalmente mi interessa solo trasmettere emozioni e scrivere grande musica. Tutto il materiale è nato in maniera spontanea ed è stato tagliato solo qualcosa in esubero. 

Quanto è stato difficile trovare il cantante giusto?
Lo è per tutte le band. Così come ci sono milioni di chitarristi metal talentuosi nel mondo anche i cantanti sono tanti e ognuno ha la propria personalità. Volevo che vivesse vicino a me per potere provare senza troppi problemi e, prima di scegliere Kevin Muller,  abbiamo provato altri quattro-cinque cantanti che però non si adattavano a ciò che avevo in mente. Quando invece ho trovato Kevin è andato tutto subito alla grande. Ci ha presentati un amico comune perché sapeva che aveva da poco lasciato i Suffocation e, dopo esserci mandati un po’ di demo, abbiamo ufficializzato il rapporto. 

Qual è la traccia chiave di ‘Sarcoma’? 
Forse ‘40 Stories’ è quella che contiene un po’ tutto pero’ nell’album ci sono anche pezzi più heavy. 

Di cosa parla ‘Ulysses’?
Finivo sempre nei guai quando ero ragazzino e, dopo essere stato in prigione, mi sono arruolato nell’esercito diventando operatore di attrezzature per i battaglioni di costruzione delle navi statunitensi. Chi si arruola è sempre un disadattato, di un tipo o dell'altro. Nel bene o nel male sono stato cresciuto dagli altri militari dopo la scuola.  Nel 2005 sono stato schierato in Iraq e ho lavorato a Baghdad per sette mesi. É stato un periodo molto brutto perché potevi essere ucciso in qualsiasi momento. ‘Ulysses’ è una sorta di glossario di come ho vissuto quell’esperienza.

Il titolo dell’album è piuttosto oscuro..
Lo ha scelto Kevin. Quando abbiamo completato l’album ha notato che ogni canzone aveva a che vedere con diversi pericoli che accadono per mano degli uomini.  Questi pericoli vivono nelle nostre connessioni reciproche e, essendo il sarcoma un tipo di cancro che cresce dal tessuto connettivo del corpo, è diventato un titolo appropriato. 

Che tipo di sound desideravate ottenere?
Non sono bravo come ingegnere del suono e per questo ci siamo rivolti a John Douglass ma mi ritengo abbastanza bravo nell’ottenere il suono di chitarra. Quindi una volta definito il suono di chitarra abbiamo proceduto col resto. Le parti di batteria sono state registrate nel New Jersey.  

Ritieni che in futuro la componente progressive possa crescere?
Direi che la componente progressive era sicuramente più forte nel primo album anche perché era strumentale e aveva arrangiamenti non del tutto completi Come ti dicevo prima, non vogliamo essere inseriti in nessuna categoria anche se puoi trovare elementi death o black nella nostra musica. 

Come è nato il contatto con Nuclear Blast?
Il nostro manager è John Boecklin, che prima suonava nei DevilDriver e adesso nei Bad Wolves. É stato lui a metterci in contatto con Monte Conner. In realtà stavamo pensando di pubblicare l’album in maniera indipendente, poi mi ha scritto dicendomi che il materiale era troppo buono perché non venisse promosso da un’etichetta e così abbiamo iniziato a discutere con l’etichetta e l’interesse si è finalizzato. 

Quali sono le tue influenze principali come chitarrista?
Posso dirti i chitarristi che amo di più ovvero Marty Friedman dei Megadeth, Dimebag Darrell dei Pantera, Jeff Loomis dei Nevermore, Vogg dei Decapitated e Bill Steer dei Carcass. 

Che ricordi hai delle tue band precedenti? 
Con i The Faceless era tutto molto energico e atletico. É stato divertente suonare con loro in tour così come con i Thy Art Is Murder che hanno una connessione davvero notevole con i propri fan. Ricordo con grande piacere anche il periodo trascorso nei Black Crown Initiate, con cui suonavamo un progressive death metal più pronunciato, mentre quando ero nei Glass Casket era tutto così imprevedibile. All’epoca non sapevamo nemmeno se saremmo riusciti a pubblicare qualcosa. 

(parole di Wes Hauch) 

 

Alluvial
From USA

Discography
The Deep Longing for Annihilation 2017
Sarcoma 2021