-Core
Arogya
India
Pubblicato il 19/05/2021 da Lorenzo Becciani

Perché nascondete le vostre facce con delle maschere?
L'estetica visuale è molto importante per la band ed inoltre ognuno di noi proviene da diverse culture quindi è anche un modo per mostrare la nostra personalità. In India vivono oltre un miliardo e mezzo di persone e proveniamo da diversi stati, per questo volevamo qualcosa che marcasse la nostra identità ed allo stesso tempo ci aiutasse a livello di immagine. 

Siete più influenzati dalla scena musica europea o da quella orientale?
Dipende molto dagli stili. Amiamo il gothic europeo così come il visual kei giapponese. Ascoltiamo tanto j-rock ma anche black metal. È eccitante fondere tutte queste influenze insieme e lo facciamo in maniera molto naturale. Non c'è niente di forzato nelle nostre canzoni. 

Siete legati alla scena BDSM locale?
No, è solo una coincidenza che abbiamo scelto certe maschere. È più legato al desiderio di mostrare i nostri diversi spiriti. 

Vi considerate persone spirituali?
I nostri testi hanno un legame forte con la spiritualità e parlano di come fuggire dall'oscurità. Le liriche sono scritte quasi totalmente dalla nostra manager Janice Teh e riflettono esperienze personali. 

Come è nata la band?
Abbiamo formato la band sette anni fa a Gangtok, capoluogo del distretto Sikkim Orientale, e abbiamo riscosso un grande successo in Nepal. La line-up era leggermente diversa ed il nostro sound era molto diverso. Quattro anni fa ci siamo trasferiti a Guwahati, Assam e abbiamo aggiunto altri membri. Dopo aver pubblicato il secondo album senza il supporto di un'etichetta abbiamo deciso di iniziare a cantare in inglese e siamo entrati in contatto con Out Of Line Music. A quel punto è cambiato tutto perché le ambizioni sono logicamente cresciute e la visione è mutata. Da quel momento abbiamo lavorato duramente per allargare il nostro pubblico ed essere più riconoscibili a livello internazionale. Per questo abbiamo intitolato il nuovo album 'Genesis'. È l'inizio di una nuova era.

È stato difficile cambiare lingua? 
All'inizio è stato un esperimento ma poi ci siamo trovati sempre meglio. In India l'inglese è la lingua principale per la comunicazione commerciale quindi non è stato troppo difficile. Poco dopo abbiamo firmato per Out Of Line Music e questo ha rappresentato una svolta. Provenire da un posto così piccolo, senza una vera scena musicale, ed essere messi sotto contratto da un'etichetta tanto importante rappresenta una grande opportunità. 

Come avete conosciuto Chris Harms? 
Dopo aver scritto la prima canzone in inglese ovvero 'Dark World', ci siamo messi alla ricerca di un produttore e volevamo qualcosa di simile ai Lord Of The Lost quindi gli abbiamo scritto su Instagram. Non pensavamo che ci rispondesse perchè è un musicista ed un produttore molto occupato, ma invece è iniziato un bel rapporto. Prima ha prodotto il singolo e poi lo abbiamo coinvolto in tutto il processo di 'Genesis'. Ci ha aiutato nel creare il giusto setup per potere registrare le canzoni nel modo migliore ed in seguito si è occupato del mixaggio. 

Quali erano i vostri obiettivi in termini di produzione?
Prima di tutto abbiamo lavorato alle atmosfere per renderle uniche. In seguito abbiamo cercato di rendere le canzoni potenti. Al loro interno puoi trovare elementi nostalgici, retaggi del future pop tedesco ma anche influenze moderne. La pandemia in un certo senso ci ha aiutato perché ci ha permesso di ripulire le canzoni da alcuni errori. Il dramma è stato quando abbiamo caricato i master sul Dropbox di Chris e la mattina dopo non c'erano più. Erano andati persi ma per fortuna siamo riusciti a recuperarli. 

Qual è la traccia che vi identifica al meglio?
Probabilmente 'Break Free' perché puoi trovarci un po' tutto di quello che suoniamo. È sorretta un riff importante, il coro è molto catchy e ha un certo feeling alla Parkway Drive. 

Avete già idea di come sarà il prossimo disco?
Al momento ci stiamo concentrando sulla promozione di 'Genesis', ma durante la pandemia abbiamo scritto diverse canzoni ed il prossimo disco non tarderà ad uscire. Essendo il nostro esordio in inglese ci aspettavamo delle critiche e invece stiamo ricevendo tanti commenti positivi. Questo ci spingerà a fare ancora meglio in futuro. 

I vostri video sono molto professionali. Vi siete affidati ad un team specifico? 
Il concept dei video è curato da Rain e da Janice. Per la regia ci siamo affidati ad un ragazzo di talento come Amir Gurung  della Sukhim Productions ed alcuni elementi di scena, come il microfono rotondo che scende da soffitto, sono stati realizzati da un nostro amico designer. I video sono molto importanti per noi e quando 'Mero Maya Ma' ha superato le 250,000 visualizzazioni stentavamo a crederci. Cerchiamo anche di legarli tra loro. Per esempio 'Misery’s Lair' è la continuazione del video e della storia di 'Broken'. Nel primo si parla di una persona rapita e torturata, che si aggrappa invano alla speranza finché non muore. In seguito alla morte si muove come spirito alla ricerca della persona amata. Nel secondo si parla invece di questo uomo, che perde la persona amata e la ritrova per miracolo entrando in contatto col suo spirito. 

Avete pensato di trasferirvi in Europa o negli Stati Uniti?
Ci stiamo pensando. Non è facile ma siamo consapevoli che la nostra musica non ha un grande mercato in India. 

Quali sono le vostre band visual kei preferite? 
Su tutte i Gazette. La voce di Ruki è incredibile e li adoriamo. 

 

 

Arogya
From India

Discography
Genesis- 2021