-Core
Divine Weep
Polonia
Pubblicato il 31/12/2020 da Lorenzo Becciani

Prima di tutto congratulazioni, il nuovo album è spettacolare..
(Barto) Ti ringrazio, significa molto per noi. Abbiamo ricevuto recensioni positivi da tutte le parti del mondo e siamo ovviamente molto felici. É per questo che vale la pena lavorare duramente e spendere tanto tempo per pubblicare un disco. Peccato di non potere essere in tour a promuoverlo. 

La band è nata nel 1995. Come si è formata la band? Quali erano i vostri obiettivi all’epoca?
(Barto)  Io e Daro, il nostro batterista, eravamo dei giovani ribelli e ascoltavamo un sacco di death e black metal e di conseguenza volevamo essere come i nostri idoli. In precedenza suonavo negli Hermh, guidati dall’attuale leader dei Batushka, e ho registrato e composto del materiale che è finito nel debutto ‘Taran’. Poi sono stato cacciato per via per essermi tagliato i capelli e le mie idee sono state prese dalla band. Non il massimo, ma sono che succedono e per questo ho voluto formare una mia band, con le mie regole. L’obiettivo era suonare metal, registrare canzoni e fare qualche concerto. Non pensavamo di dominare il mondo, perché alla fine eravamo solo poco più che adolescenti. 
 
Cosa ricordate delle prime sessioni demo?  
(Barto) Ricordo la gioia nel creare musica. Essere abili nel registrare canzoni che piacciano, prima a se stessi e poi anche a qualcun altro, è qualcosa di rimarcabile. Fu bellissimo ascoltare le nostre canzoni trasmesse dalle radio o promosse da qualche webzine underground. Passarono anche per una radio di Tokyo!
 
Perché avete impiegato così tanto tempo per pubblicare il vostro primo EP?
(Barto) Quando abbiamo cominciato eravamo solo teenager. Dopo qualche anno, una volta entrati nel mondo vero, siamo stati presi da lavoro, famiglia, figli ecc.. La band si era dissolta in maniera naturale ed è praticamente stata ferma per dieci anni. Quando io e Daro l’abbiamo rimessa in moto, ho cominciato a cantare ed altri maniaci si sono uniti per ‘Age Of The Immortal’. 

Le vostre influenze sono cambiate da un black metal primitivo ad un sound più legato al power ed all’heavy metal tradizionale. Com’è stata la transizione?  
(Barto) Sono sempre stato un fan degli Iron Maiden e dei Metallica. Il black metal mi piaceva molto da ragazzo ma dopo anni di stagnazione, ho seguito più influenze come Scorpions, Def Leppard e appunto Iron Maiden. Ho ripreso in mano la chitarra e tutto sommato è stato un processo naturale. 

Com’è la scena polacca attualmente? Ci sono delle band underground che meritano esposizione? 
(Matt) La scena sta diventando sempre più forte con tante band, soprattutto black metal, in grado di ottenere consensi all’estero. È come se ci fosse una seconda ondata, rispetto a quella degli anni ‘90, ed in termini di qualità il paragone può essere fatto solo con la scena scandinava. Gruppi come  Shadow Warrior, Roadhog, Aquilla, Okrutnik e Axe Crazy portano avanti l’heavy metal polacco, ma naturalmente ce ne sono tante altre. 
 
Ritenete che il successo di Behemoth sia stato positivo o negativo per la scena polacca?
(Matt) Credo che sia Behemoth  che Vader possano essere indicati come i veri promotori della scena polacca all’estero. Ovviamente andare in tour con loro è un modo per mettersi in mostra. Buoni esempi sono i Magla ed i Batushka. Nergal è una star del metal business ma magari potrai rimanere sorpreso del fatto che nel nostro Paese non è considerato così bene. Soprattutto per le sue attività extramusicali è stato molto criticato in Polonia. La gente è delusa dalla sua attitudine da celebrità, con foto molto glam e commenti stupidi contro i nemici o quasi sempre relativi a qualcosa di sessuale. Personalmente non me ne curo, ma a molti danno fastidio. Detto questo, l’influenza dei Behemoth sulla scena è innegabile. 
 
Cosa volevate cambiare o migliorare dopo ‘Tears Of The Ages’?
(Barto) Prima di tutto non volevamo essere catalogati solamente come gruppo power metal, ma aggiunge alla base heavy metal elementi meno prevedibili. ‘The Omega Man’ è un album più aperto ad altre idee, ci siamo riconnessi alle radici black metal e puoi trovarci anche influenze thrash. Volevamo che il nostro heavy metal melodico suonasse più pesante, oscuro e brutale.  

Qual è la traccia chiave di ‘The Omega Man’  
(Matt) Per me ogni canzone è importante allo stesso modo. Magari sottolinerei la title track perché è intesa come coda dell’album e riassume un po’ tutto, dando un bel cazzotto alla fine. Al contrario di tante altre band che inseriscono i loro pezzi forti all’inizio.  
 
Com’è avvenuto l’ingresso di Mateusz Drzewicz? 
(Janusz) Qualche anno fa ci siamo incrociati con gli Hellhaim ed il loro cantante ha catturato la nostra attenzione. Dopo che Igor ci ha lasciato lo abbiamo contattato e la sua voce è grandiosa, più brutale e estrema rispetto a quella di Igor. Quando ha ricevuto la proposta del nostro manager, non ha accettato subito anzi probabilmente ha avuto anche qualche difficoltà. Dopo un paio di scuse, ci abbiamo riprovato ed alla fine eccoci qua. Ora come ora non potrei pensare ai Divine Weep senza le sue parti vocali. 
(Barto) Prendi ‘The Screaming Skull Of Silence’ per esempio. In quel pezzo dimostra tutto il suo talento: parti classiche, acuti alla Rob Halford, qualcosa alla Ozzy e pure del growl.  

Quali sono le vostre influenze principali, a parte Iron Maiden, Dio e Judas Priest?
(Barto) Ognuno di noi ascolta musica diversa. Alcuni sono fissati con l’heavy metal tradizionale, come Daro, mentre altri sono più per il black ed il death degli anni ‘90. Personalmente, in questi ultimi anni, ho ascoltato meno metal e più musica anni ‘80 e colonne sonore. Darek Moroz, l’altro chitarrista, adora Baroness e Kvelertak, mentre Mateusz possiede probabilmente lo spettro di ascolti più vario, andando dal jazz al metal. Essere così eterogenei ci permette di creare canzoni più difficili da catalogare. 

Siete mai stati in Italia?
(Janusz) No, non ci siamo mai stati. Conosco un sacco di grandi band italiane e amo la vostra cucina. 
(Matt) Sono stati in Italia ma per ragioni personali. Mi piacerebbe tornarci con i Divine Weep quindi se conosci qualcuno che potrebbe aiutarci ad organizzare dei concerti  faccelo sapere. Dopo la pandemia ci auguriamo di suonare in più posti possibili e sappiamo che gli italiani sono veri maniaci. L’Italia è ancora una delle nazioni dove viene acquistato il maggior numero di nostri album online, quindi è probabile che il locale non sarebbe vuoto!

 

Divine Weep
From Polonia

Discography
Tears Of The Ages - 2015
The Omega Man - 2020