-Core
Brudini
Norvegia
Pubblicato il 22/12/2020 da Lorenzo Becciani

Mi piacerebbe partire dalle tue radici. Sei norvegese giusto? Ma hai anche origini thailandesi. Perché sei a Londra? Hai vissuto in altre nazioni in passato?
Sono norvegese, ma mia madre è thailandese. Sono cresciuto in Norvegia, ma sono sempre stato attratto dalle più grandi città del mondo. A ventitrè anni mi sono trasferito a Parigi, poi a Tokyo, prima di finire a Londra. Inizialmente sono venuto a Londra per lavorare nei mercati finanziari come trader e ho vissuto in prima persona il crash finanziario del 2009. E’ stato assurdo e surreale. Molto eccitante ma pure troppo per un ventenne.

Sei in contatto con altri artisti a Londra?
I miei amici sono un mix di gente che va dalla scena noise (le etichette Adadat e Elephant House) alla scena dark cabaret con collettivi artisti come The Bloody Poets, frequentato da gruppi come Northwest, Picturepoems, Minimal Schlager, ma anche parte della scena bohemien letteraria di Soho (Chip Martin, Barney Ashton Bullock, Philip Mann).

Quali sono i tuoi club preferiti di Londra? A parte il tuo naturalmente..
A Soho mando avanti una dark cabaret night al Violet’s Bar, sotto il Cafe Mediterranean, un luogo esotico dove puoi incontrare strane persone. Adoro suonare al Servant Jazz Quarters, The Georg Tavern (vicino Jubilee Street, per i fan di Nick Cave..) ed al Paper Dress Vintage. Sono tutti di East London.

Come hai iniziato questo progetto? Hai avuto altre esperienze di registrazione in passato?
Quando avevo vent’anni, avevo una band chiamata Carl Höst, il mio primo step in termini di scrittura, registrazione e produzione. Brudini è nato dieci più tardi, dopo una lunga pausa artistica, perché la vita mi ha spinto verso altre direzioni. È stato il mio coinvolgimento con il Society Club a riaccendere la mia vena creativa. Nel mezzo di Soho, il club ha visto passare centinaia di artisti di tutte le tipologie e l’ispirazione e l’energia sono nate in maniera naturale. É stato un periodo magico, ma come tutte le belle cose non possono durare per sempre.

Quando hai iniziato a comporre il materiale per ‘From Darkness, Light’?
I primi demo sono datati 2014-2015 e le registrazioni sono avvenute tra il 2017 ed il 2019, quando tutte le canzoni avevano preso la loro forma definitiva e avevo portato a termine circa cento concerti. Buona parte della sezione ritmica è stata catturata in una sola take quindi i musicisti dovevano conoscere i pezzi molto bene.

Qual era la tua visione prima di iniziare il processo? Che tipologia di sound volevi ottenere?
Un crooner in una taverna jazz, con un contorno di synth analogici, che cerca di creare un mondo cinematico e dark, pieno di strani suoni.

La tua musica è stata descritta come “eccitante, spaventosa, violenta, bella, fresca e distintiva”. Qual è il termine che ti piace di più?
Violenta e bella. Per me è la presenza, in alternanza, di entrambe che la rendono magica. Anche Nietzsche si riferiva a forze opposte come Apollo e Dioniso.

Come hai incontrato Chip Martin? Perché avete cominciato a collaborare insieme?
Ci siamo incontrati al Society Club dove Chip partecipata alla Poetry Night settimanale, che era immensamente popolare. Mi ha dato una delle sue prime novelle, scritta trentacinque anni fa e da lì è nato Roselight, che ho subito preso per la sua bellezza. Così è nata la collaborazione.

Chi è la ragazza in copertina? Cosa significa l’artwork?
L’artista è Sammy Slabbinck, che ha realizzato la copertina di You Want It Darker di Leonard Cohen. Lavora con collage basati su tagli di giornali degli anni ‘50 e ‘60. Non posso parlare per Sammy, ma per il sottoscritto le forme di donna simbolizzano la brama, il vagare in un deserto emotivo, alla ricerca della luce. Non ho idea di chi sia la ragazza.

Prova a recensire ‘Nightcrawler’ e ‘Hunger’ per i nostri lettori..
‘Nightcrawler’ è Edward Hopper in musica mentre ‘Hunger’ è essenzialmente un miraggio, un trip di lussuria, alla ricerca di sirene, per qualcuno che si è perso nel deserto.

Che tipo di show dobbiamo aspettarci dopo il lockdown?
Un gig anticonvenzionale con un trio ed una performance che vi manderà fuori di testa.

Chi è un croner sperimentale?
Un crooner è di solito un baritono, dalla voce parecchio mascolina. La parte sperimentale riguarda soprattutto i suoni scelti per raccontare la storia. Come tutti i crooner, musicisti e produttori cerco di fare funzionare le cose insieme. All’opposto di Frank Sinatra che ha uno stile convenzionale e cantare con l’orchestra alle spalle.

Quali sono i migliori album che hai ascoltato quest’anno?
Ho ascoltato ‘Scott 4’ di Scott Walker dall’inizio alla fine. Ovviamente lo conoscevo anche prima ma mi ha davvero colpito da quanto è bello. Poi ti consiglio di ascoltare ‘II’ dei miei amici Northwest.

 

Brudini
From Norvegia

Discography
From Darkness, Light - 2020