-Core
OHHMS
UK
Pubblicato il 14/07/2020 da Lorenzo Becciani

Vi seguo dall’inizio della vostra carriera ed il vostro sound si è evoluto parecchio in questi anni. Provate quindi a tracciare le differenze in termini di produzione e songwriting tra i vostri album..
‘Bloom’ è la prima parte della trilogia. Abbiamo parlato di verdure, agricoltura e delle più grandi compagnie farmaceutiche. Il sound era meno completo ed infatti usammo solo un paio di armonie.
‘Cold’ è la seconda parte della trilogia. In questo caso abbiamo parlato di produzione bovina e diritti degli animali. In quel periodo abbiamo trovato un sound con cui ci sentivamo più a nostro agio, tra influenze doom, elementi classic rock e metal.
‘The Fool’ è il nostro vero debutto e un doppio album davvero eccessivo ed enorme. Liberamente basato sui tarocchi e mentre molti hanno detto che ci sono inclinazioni occulte c'è solo una canzone basata su credenze occultiste intitolata ‘The Lovers’, basata su una storia che avevo letto su un foglio di carta qualche anno prima.
‘Exist’ è stato composto con l’intenzione di chiudere la trilogia ma poi ho scoperto di vivere vicino ad un’area dove si fanno test sugli animali. Pensavo fosse un’area militare. Quando ho capito la verità sono rimasto sconvolto e ho scritto un concept sull’argomento.
‘Close’ è finalmente la terza parte della trilogia e copre l’argomento degli esseri umani. Adesso siamo pronti ad un netto cambio di approccio.

Come si vive nel Kent?
Direi come in tutti gli altri posti in cui ho vissuti. Devi solo saperti adattare a certe circostanze e guardare avanti

Ti ricordi come si è formata la band? Qualche storia divertente di quel periodo?
Non direi con gli OHHMS, siamo dei professionisti consumati. Quando ero ancora adolescente però mi ricordo che ero in tour in Germania e chiesi al pubblico se sapeva l’inglese. A pensarci adesso sono ancora mortificato, anche perché la maggior parte del locale parlava inglese meglio di me.

Qual era la vostra visione all’epoca?
Cominciammo come amici in sala prove, come tutte le rock band. Dopo qualche mese ci siamo messi come obiettivo la partecipazione ad un festival e la documentazione della nostra musica, prima di scioglierci. Pensavamo di pubblicare un vinile e dopo un anno circa avevamo ottenuto tutto quello che volevamo. Ci siamo dimenticati di scioglerci però.

Quali sono le tue band sludge/post-metal preferite?
Al momento ascolto – 16 -, Elephant Tree e Mountain Caller.

Le vostre liriche affrontano un sacco di temi importanti. Di cosa parla esattamente ‘Close’?
Soprattutto degli abusi domestici. L’elemento umano e tutti i processi che ci sono dietro alle vittime di abusi domestici. É un album autobiografico perché ho avuto un’esperienza diretta con questo problema. Non siamo una band che esce dai suoi argomenti per scrivere di qualcosa a caso. Se ci viene il blocco dello scrittore non registriamo nulla finché le parole tornano ad uscire di nuovo. Facciamo un sacco di pratica e abbiamo tanto materiale da parte e la cosa importante è che il testo sia onesto e ispirato. Non basta aver voglia di pubblicare un album per noi.

Di quale vendetta parli nella terza traccia?
‘Revenge’ parla di rendersi conto di non dover più essere una vittima. Quello che accade al primo giorno dopo un abuso o dopo decenni di ripetuti abusi. Separarmi dall'aggressore è stato un atto di vendetta per me. Riconoscere quello che stava succedendo e confrontarmi con mio padre che era il mio molestatore è stato un momento che ha cambiato la vita. È stata una rivelazione e mi sono sentito libero.

Qual è la traccia che rispecchia il vostro sound al meglio?
È difficile da dire. La mia canzone preferita sull’album è ‘Alive!’ ma mentre registravamo era ‘Unplugged’.

Chi ha realizzato l’artwork? Qual è il suo significato?
Run Stanley della Monomoth. Il modello a tre simboleggia la terza parte della trilogia mentre la libellula rappresenta il pensiero che hai quando ti rendi conto di avere poco tempo per brillare nella tua vita e quindi devi dare il massimo. É una bellissima copertina e ovviamente ognuno può interpretarla come crede. Alcune persone ci hanno dato delle interpretazioni differenti e per noi va bene.

Cosa volevate cambiare dopo ‘Exist’?
Tutto nasce naturalmente in sala prove. Non c’è mai un piano preciso dietro ma è tutto molto organico. Abbiamo registrato all’Emeline Studio di Whitstable con Ian Sadler come ingegnere del suono. In studio mi sono occupato della produzione, ho tagliato via il grasso e ho aggiunto delle armonie in maniera che suonasse tutto coeso e pieno. Nel complesso il sound è più incisivo; un tempo impiegavamo cinque minuti per creare un crescendo mentre adesso ne bastano due. Ian mi ha aiutato molto con la voce perché mi conosce bene e sa come spingermi a dare il meglio. Lo adoro.

Quali sono i vostri piani per promuovere l’album?
Non sono un fan dei concerti in streaming o pre-registrati. Ne abbiano uno in previsione ma sarà il solo che faremo. Voglio suonare dal vivo e provare quel feeling. Venendo prima la sicurezza credo che ripartiremo con i tour nel 2021. Teniamo le dita incrociate.

(parole di Paul Waller)

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