-Core
Shaam Larein
Svezia
Pubblicato il 10/02/2020 da Lorenzo Becciani

Quali sono i tuoi obiettivi?
La musica di ‘Sculpture’ è scritta per tre voci femminili è tale coro è libero di occupare il massimo spazio possibile come una voce guida. ‘Sculpture’ è diventato un pozzo di varie modalità espressive, nel quale ho creato liberamente. Non ho degli obiettivi specifici ma voglio regalare all’ascoltatore qualcosa di indimenticabile, attraverso la musica e l’arte.

Di dove sei esattamente? Come ti sei trasferita a Uppsala e ti sei ritrovata in una rock band?
Mia madre è siriana mentre mio padre iracheno. Avevo già la band prima di trasferirmi a Uppsala. Ho lasciato Stoccolma perché ero stanca di quell’ambiente stressante. A Uppsala ho trovato la serenità di cui avevo bisogno.

Quali sono le differenze principali in termini di stile di vita e scena musicale?
A mio parere se segui uno stile di vita ci sono delle strutture e delle regole a cui attenerti, che ti piacciano o meno. Quando però si parla di musica sei libero da tutto, nessuno ti guarda, nessuno ti dice cosa fare e devi controllare te stesso. La tua immaginazione può farti suonare e sperimentare, farti essere aperto e ricettivo oppure intrappolato. Perfetto se vuoi diventare totalmente pazzo.

Come descriveresti il tuo stile in poche parole?
Heavy rock, potenti voci femminili e musica con un’identità precisa.

Sappiamo che hai un background jazz. Segui ancora il genere?
Assolutamente! Non potrei vivere senza. Il jazz è con me ogni giorno.

Quando hai cominciato a comporre le tracce per l’album? É stato un processo complicato?
È cominciato tutto nel 2018. Una notte ho girato una canzone alla mia attuale manager Elisabeth, giusto per condividere qualcosa che avevo scritto. Ai tempi scrivevo musica senza uno scopo preciso. Appena l’ha ascoltata mi ha chiamata e mi ha detto che era il momento di smettere di registrare demo per me stessa e basta. È stato difficile all’inizio perché non sapevo da dove cominciare. Elisabeth mi ha dato una deadline perché sapeva che sarebbe stato l’unico modo per farmi cominciare. Dopo tre mesi avrei dovuto scrivere almeno 3-4 canzoni. Mi sono chiusa in casa e ho scritto senza sosta ma avevo bisogno di qualcuno che conoscesse il linguaggio della registrazione. A quel punto è entrata in gioco Linnea che mi ha chiesto di incontrarmi con lei almeno una volta a settimana. All’inizio io scrivevo le canzoni e lei le registrava ma in seguito mi ha aiutata anche in fase di arrangiamento e nell’aggiunta dei cori. É nata grande armonia tra noi due ed alla fine ci siamo trovate con sette canzoni e ‘Sculpture’ è diventato un album.

Dovete hai registrato? Che suono desideravi ottenere?
Al Cobra Studio di Stoccolma con Martin “Konie” Ehrencrona. Ho registrato il mio primo singolo lì e ho deciso di fare lo stesso per l’album. Il suo lavoro è stato fantastico, mi sono trovata molto bene perché ha compreso il suono oscuro e malinconico che volevo. Ha saputo tirare fuori la bellezza delle parti più semplici. Il momento più eccitante è stato vedere crescere il materiale. Quando registri scompari in una bolla. Il mondo non esiste. Esistono solo i tuoi strumenti e la stanza dove ti trovi.

Perché hai scelto ‘Aurora’ come primo singolo?
Ho pensato che fosse il pezzo giusto per girare un video ma ciò non significa che rappresenti totalmente quello che puoi ascoltare su ‘Sculpture’. Tutti i pezzi sono inseriti in scaletta per un motivo e rappresentano la band nel loro insieme.

Prova a recensire ‘Traveler’ per i nostri lettori..
Ci sono due voci nel pezzo. Una è quella di chi racconta la storia e una di chi ci si trova dentro. In comune hanno la memoria di un viaggiatore che cercava di sopravvivere. Una storia che è diventata parte delle loro vite. ‘Traveler’ parla di una battaglia persa, è un grido d’aiuto che finisce in tragedia.

Di cosa parlano in generale le liriche?
‘Sculpture’ si irradia di tragedia, tristezza e frustrazione. Posso vedere i miei punti deboli e forti mentre ascolto l’album. Nelle liriche ci sono emozioni, paure, realtà e fantasia. Non ho un concept preciso e non nascondono messaggi. Tramite le liriche esprimo pensieri e passione.

Come sei entrata in contatto con Icons Creating Evil Art? Quali sono gli artisti che preferisci in catalogo?
Carl-Marcus Gidlöf ha ascoltato ‘Sculpture’ tramite Jeny Walroth. Ci siamo incontrati ed è nata la collaborazione. In catalogo ci sono tanti artisti interessanti ma credo che Bonnie Li possieda qualcosa di più degli altri.

Come pensi di promuovere l’album? Sei mai stata in Italia?
Prima suoneremo in Germania e poi in Scandinavia. Vediamo cosa riusciremo ad organizzare in futuro. Di sicuro suonare in Italia sarebbe molto divertente.

Shaam Larein
From Svezia

Discography
Sculpture - 2020