-Core
The 69 Eyes
Finlandia
Pubblicato il 10/09/2019 da Lorenzo Becciani

Il video di ‘Cheyenna’ mi ha riportato alla mente Sons Of Anarchy…
Avevo 19 anni quando sono andato via da casa e la prima sera sono andato al cinema a vedere ‘Easy Rider’. Simboleggia libertà e comunque motociclette e giacchetti di pelle hanno sempre fatto parte del nostro immaginario. Nei primi dischi avevamo le moto dappertutto e naturalmente Sons Of Anarchy è una serie che mi piace molto. Quando abbiamo prodotto ‘Back In Blood’ nello studio di Matt Hyde a Los Angeles, abbiamo conosciuto alcuni degli attori. Avevamo scritto ‘Devil’s Rose’ per la serie col chitarrista dei Monster Magnet ma poi non l’hanno utilizzata. Per quanto riguarda ‘Cheyenna’, è un pezzo che è nato in maniera molto spontanea. Soprattutto il coro. Il nome è latino americano ed un’altra fonte di ispirazione è stata il film ‘Ghost Rider’, sempre con Peter Fonda e Nicolas Cage.

Avete pubblicato tre singoli prima dell’uscita di ‘West End’…
La scelta è caduta su ‘27 & Done’ che è un classico pezzo alla 69 Eyes e su ‘Black Orchid’ e  ‘Cheyenna’ che anticipano il mood del nuovo disco. Per ‘Black Orchid’ è uscito un lyric video ma il regista Vicente Cordero è venuto a vederci a Los Angeles e ha filmato alcune parti dello show. Così abbiamo due video in rete. C’erano membri di Faster Pussycat, Prima Donna e DevilDriver e ci siamo divertiti molto. Riguardo al video di ‘Cheyenna’, è curioso che non ci sia la band.

Quante ragazze come Fernanda Hay ti è capitato di incontrare nella vita?
Tante, ma più americane che finlandesi. Quando abbiamo iniziato c’era una gang di motocicliste di Stoccolma che ci supportava parecchio. In generale le donne tatuate e appassionate di moto ci sono sempre piaciute. Basta guardare le copertine ed i libretti dei primi album.

Siete reduci da un tour americano davvero importante..
Dopo ‘Universal Monsters’ mi sono preso del tempo per pubblicare un disco solista e le date di supporto a ‘Helsinki Vampire’ hanno visto coinvolti Diego Ashes Ibarra (DevilDriver, Static-X), Kyle Cunningham (Madlife) e Ace Von Johnson (Faster Pussycat). Dez Fafara è venuto a vederci con la moglie, con cui ha un’agenzia di booking, e mi ha detto che sarebbe stato bello organizzare qualcosa per i 69 Eyes. Non pensavo che sarebbe stato in grado di fissare così tante date. È riuscito a rimettere la band nella mappa del gothic rock americano. È strano perché non siamo una band nuova eppure ci arrivano tantissime richieste. Dopo tre decenni di rock n’ roll siamo più in forma che mai e ‘West End’ non sembra il disco di cinque vecchie caratidi.

Cosa volevate cambiare dopo ‘Universal Monsters’?
Durante le interviste mi sono sentito dire che questo è il nostro album migliore di tutti i tempi mentre ‘Universal Monsters’ forse il peggiore. Non so se siano discorsi di circostanza ma potrebbe essere la verità. Di sicuro ‘West End’ è un disco più focalizzato, basato sulle chitarre e migliore sotto tutti i punti di vista. Penso a quando pubblicammo ‘Devils’, quindici anni fa, con l’obiettivo di conquistare gli Stati Uniti! ‘Lost Boys’ in effetti ebbe parecchio riscontro su MTV ma adesso è venuto il momento di tornare! Quando iniziammo, gli Hanoi Rocks si erano appena sciolti e gli Smack si erano trasferiti negli Stati Uniti. ‘Savage Garden’ e ‘Wrap Your Toubles In Dreams’ nacquero con questo grande desiderio di emigrare e fare fortuna nel mercato statunitense.
 
Per me rimane il vostro periodo migliore…
Può essere che sia vero! Eravamo entusiasti e c’era una grande scena gothic in Finlandia all’epoca. Band come H.I.M., Sentenced, Charon, To Die For… Adesso siamo rimasti solo noi. Ci sentiamo un po' soli.

Come è nata ‘Death Desire’?
È una canzone piuttosto semplice. All’inizio pensavo fosse destinata ad essere una b-side poi Johnny Lee Michaels ci ha aggiunto le tastiere e ha realizzato un arrangiamento orchestrale magnifico. È cresciuta con il passare dei mesi e adesso è una delle tracce migliori dell’album. Il testo parla delle persone che si augurano di morire. Puoi bruciare all’inferno ma non puoi evitare quello che accade nella vita. È meglio imparare ad amare sfortuna e eventi sfavorevoli invece di sperare in una vita fittizia. Novembre arriva per tutti.
 
Com’è la scena ad Helsinki attualmente?
Ho cinquant’anni e non esco più come prima. Fino ad una decina di anni fa facevo ancora il dj nei locali ma ora non c’è più niente per me. Sono andato a vedere Bob Dylan e Slayer ma poco altro. Solo Michael Monroe della mia era sta ancora facendo qualcosa. Le uniche cose interessanti che ho sentito sono Queens Of The Stone Age e The Raconteurs. ‘Help Us Stranger’ è il disco dell’anno per quanto mi riguarda. In ogni caso quando voglio trascorrere una bella serata prendo un volo e vado a Los Angeles dove ho tutti i miei amici.
 
Come vi trovate con Nuclear Blast?
Molto bene. Ci sono poche etichette ancora attive e mi piace il fatto che in catalogo abbiano band come Slayer e Cradle Of Filth. Danno tempo alle band di crescere e anche questo è importante.
 
(parole di Jirki 69)

The 69 Eyes
From Finlandia

Discography
Bump 'n' Grind (1992)
Motor City Resurrection (1994)
Savage Garden (1995)
Wrap Your Troubles in Dreams (1997)
Wasting the Dawn (1999)
Blessed Be (2000)
Paris Kills (2002)
Devils (2004)
Angels (2007)
Back in Blood (2009)
X (2012)
Universal Monsters (2016)
West End (2019)
Death Of Darkness (2023)