-Core
Tuvaband
Norvegia
Pubblicato il 03/01/2019 da Lorenzo Becciani

Prima di tutto vorrei che presentassi la band a tutti i nostri lettori..
Ho iniziare a scrivere questo tipo di musica quando avevo ventuno anni. Cantavo e suonavo la chitarra da sola a casa mia ma non ero affatto brava. Ascoltavo artisti come Bon Iver,  Lisa Cranner e Alice Boman. A forza di registrare materiale ho sentito forte l’esigenza di suonare dal vivo. Ho conosciuto un chitarrista in un bar di Oslo e abbiamo deciso di collaborare insieme al progetto ma all’inizio ero molto timida e avevo paura di cantare di fronte alla gente. Poi le cose sono migliorate, ho sperimentato sempre di più con suoni distorti e influenze folk e r&b, cercando di creare un suono più ambizioso, e dopo l’EP ho formato la band attuale.

Ti ho scoperto attraverso Iceland Airwaves e le prime tracce che ho ascoltato sono state ‘Horses’ e ‘Wolfpack’. Trovi che siano rappresentative del sound dei Tuvaband?
‘Horses’ è la prima traccia dell’album e credo sia importante per acclimatarsi con le nostre atmosfere. Assieme a ‘He Was In His Bubble’ è sicuramente la traccia più rappresentativa. Per quanto riguarda ‘Wolfpack’ sono molto legata al video che cerca di descrivere le paure, gli ostacoli e la volontà di cacciare i propri demoni.

La Norvegia è terra ricca di rock band di grande spessore. Mi vengono in mente Madrugada, Shining, Sauropod, Sløtface..
In questo momento la scena è davvero florida. Tobias e Håkon, i due ragazzi che suonano con me, hanno un’altra band che si chiama Heartbreak Satellite. Inoltre mi piacciono molto i Pom Poko.

Domani sera ti esibirai nella splendida Fríkirkjan. Come sei entrata in contatto col festival?
È stata l’organizzazione a cercarci. Sono eccitata di suonare in un luogo così bello e nel programma ci sono tanti artisti interessanti come Vök e Ásgeir. Il nostro obiettivo è quello di regalare un’esperienza unica al pubblico.

Come descriveresti il vostro show?
Di sicuro non siamo una punk band! Ci sono un sacco di accelerazioni e rallentamenti. Per il momento non utilizziamo visuals ma ci stiamo lavorando. Ci sono anche dei momenti funebri ma per lo più vogliamo divertirci on stage perché siamo convinti che sia il modo migliore per connetterci con chi ci ascolta.

Sulla vostra pagina Facebook infatti troviamo scritto “music for funeral”…
Credo si adatti bene alle nostre atmosfere. Alla fine è un messaggio commerciale. Per certi versi siamo parecchio dark ma allo stesso tempo pop. Amo questo tipo di musica soprattutto per le linee melodiche catchy. Ne sento sempre il bisogno.

Di cosa parla ‘He Was In His Bubble’?
Anche se non sembra parla di me. Di quelle volte in cui mi sono sentita alienata da tutto il resto.

Sei molto bella e talentuosa. Qual è il tuo peggior difetto?
Sono pessimista ed a volte non sono la persona più divertente con cui trascorrere del tempo insieme. Sono puntigliosa e predico troppo.

(parole di Tuva Hellum Marschhäuser)


Tuvaband
From Norvegia

Discography
Soft Drop - 2018