-Core
Priest
Svezia
Pubblicato il 12/01/2018 da Lorenzo Becciani

C’è tanta curiosità attorno al progetto. Com’è nato il concept dei Priest?
L’idea è nata a Berlino sette anni fa e qualche tempo dopo abbiamo registrato il demo di ‘The Pit’ che ha dato il via al progetto. Berlino è un crocevia di culture e trend elettronici ma soprattutto può vantare i migliori club fetish del pianeta. Per un lungo periodo il progetto è stato congelato perché eravamo impegnati con altre band e la nostra vita privata. Nel 2015 i Priest hanno ripreso vita ed oltre alla scrittura e alla registrazioni di altre tracce abbiamo cominciato a lavorare sull’immagine e l’estetica della band. Come puoi vedere facciamo riferimento a icone del cinema come Terminator, Eraserhead e Hellraiser, ai fumetti, alle leggende egiziane ed all’immaginario di numerose realtà della scena industrial degli anni ottanta.

Cosa puoi dirci della line-up?
Abbiamo un cantante e due musicisti che si occupano di synth, computer e batteria elettronica. Le registrazioni sono state supervisionate da Alpha che ha prodotto anche il primo album dei Ghost. In realtà aveva prodotto pure il secondo poi l’etichetta ha voluto che venisse registrato da capo a Nashville. In due tracce suona pure la chitarra.

Avete lavorato anche con Niklas Berglöf e Magnus Lindberg..
Volevamo il team migliore possibile per rendere originale il nostro tributo ai suoni elettronici degli anni ottanta. La scena anglosassone di allora era incredibile e siamo ancora legati a quello che si poteva fare con gli Atari oppure i synth modulari. Alcune delle hit pop di quel periodo sono state composte con strumenti che nessuno potrebbe immaginare. Hanno un feeling new romantic che abbiamo voluto recuperare. In generale le sessioni di registrazione sono state piuttosto flessibili. Per tutto il processo ci siamo confrontati con Alpha e ci siamo aperti a idee differenti da quelle originali. Il nostro cantante ha un background rock e ci ha permesso di rendere i pezzi più caldi.

L’immagine della band è fortissima ed i video che avete pubblicato non hanno fatto altro che aumentare l’attesa nei confronti delle vostre esibizioni dal vivo..
L’estetica è fondamentale ed in certi casi è venuta prima anche dei testi e della musica. Dal punto di vista verbale lasciamo a chi si avvicina alla band totale libertà di interpretazione anche se alcuni concetti sono chiari. Dal punto di vista musicale cerchiamo di mostrare la nostra passione per il retro rock ed il synth pop sotto una prospettiva diversa dal solito. Per questo usiamo vecchi synth e computer e rimaniamo in bilico tra antichità e modernità. Nelle canzoni puoi trovare influenze di Depeche Mode, Kraftwerk e Human League ma anche di prog italiano come Le Orme e Goblin. Il tutto legato ad un’immagine che richiama alla mente film, fumetti, cyber punk,  neue deutsche harte e sceno techno berlinese.

E tanta BDSM...
Anche quella è una scena che ci attrae.

Siete assidui frequentatori di club BDSM in patria?
In Svezia non ce ne sono molti ma ho partecipato ad alcune serate a tema. A Berlino invece c’è molta più partecipazione e alcune proposte sono interessanti.

Quale ruolo ti si addice in particolare?
Forse quello di switch ma sono più legato all’immaginario BDSM che alle pratiche vere e proprie. Anche se dipende da chi ho davanti. ‘New Flesh’ è una descrizione accurata della lotta per la sopravvivenza. Sia interna che esterna. Sono interessato ai risvolti più cupi della psiche umana e di conseguenza anche alla sfera sessuale che è molto importante.

Ritieni che ‘History In Black’ sia il vostro manifesto?
Senza dubbio è una traccia importante ed il riscontro del pubblico ci ha sorpreso. Molto è dovuto anche al video girato da Courtney Fathom Sell ma anche ‘The Pit’, ‘Vaudeville’, ‘The Cross’ e ‘Nightmare Hotel’ sono tracce a cui sono molto legato.

Personalmente trovo magnifica anche ‘Call My Name’…
Si tratta di una vera e propria invocazione. Per la promozione dal vivo abbiamo alcune idee che vogliamo realizzare e che renderanno tutto più chiaro. Per il momento presenteremo l’album a Stoccolma e Vienna ma siamo in attesa di annunciare altre date.
 
Quindi il progetto è anche quello di pubblicare altri album…
Abbiamo già materiale per un altro album da parte ma il concept viene prima di tutto. Adesso siamo concentrati su questo materiale e sulla promozione della band.

(parole di Puppet Master)

Priest
From Svezia

Discography
New Flesh (2017)
Cyberhead (2020)
Body Machine (2022)