-Core
Suicide Silence
USA
Pubblicato il 01/04/2017 da Lorenzo Becciani

Vivete ancora a Riverside? Com’è la scena musicale in California di questi tempi?
Ho sempre vissuto a Los Angeles, a circa trenta miglia da Riverside, ma sono in tour sei mesi l’anno e ogni tanto vado in Arizona a trovare la mia ragazza. Quindi non sto qui spesso ma quando posso vado in qualche bar rock o metal. Non c’è tanta gente perché chi ascolta questi generi lavora e magari si ritaglia una sera al mese per gruppi come Slayer o Megadeth. Ci sono invece tanti locali underground dove puoi ascoltare hip hop, punk-hardcore o drum n’ bass. La scena è davvero varia e ogni sera c’è la possibilità di ascoltare generi diversi.

Perché avete deciso di lavorare con Ross Robinson stavolta?
Ascolto i suoi dischi da quando sono adolescente. Mio fratello maggiore suonava la chitarra e guardavamo insieme i video dei Korn. La prima volta in studio ho provato la batteria con un paio di pezzi dei Korn e grazie a loro ho conosciuto Sepultura, At The Drive-In, Slipknot e Limp Bizkit. Ross Robinson è il migliore ed è anche uno dei migliori amici di Steve Evetts, il nostro precedente produttore. Quando abbiamo cominciato a scrivere i nuovi pezzi, circa due anni fa, abbiamo sentito l’esigenza di trovare un’identità senza subire alcuna influenza esterna. In quel periodo abbiamo parlato con Ross ed è nata l’opportunità di collaborare insieme. Ha uno studio da oltre un milione di dollari con preamps vintage da sballo. La situazione perfetta se vuoi registrare un album crudo. Inoltre è bravissimo a catturare le emozioni che sono dentro ogni musicista che entra nel suo studio. Il suo è il suono delle migliori west coast band. Se prendi la maggior parte delle uscite deathcore sono prodotte dagli stessi produttori. Per distinguerci era necessario compiere una scelta importante, ne abbiamo discusso con la nostra etichetta e siamo estremamente soddisfatti di cosa è venuto fuori.

Per la prima volta siamo al cospetto di un album con maggioranza di clean vocal. É stata una decisione pianificata?
Fin dall’inizio abbiamo voluto pubblicare un album che facesse sentire qualcosa alle persone. Pensa ad un incidente, quando qualcuno si alza la mattina, prende il caffè, sale in auto per andare a lavoro ed all’improvviso si scontra con un’altra auto. Non è una bella sensazione ed all’improvviso ti ritrovi schiacciato dall’air bag, senti le urla delle persone, l’ambulanza che arriva, la polizia che si occupa dell’auto e cerca di capire come stai. Una miriade di sensazioni positive e negative. Questo è ciò che ci siamo posti come obiettivo. Alcuni pezzi sono stati scritti e riscritti per oltre un anno finché non abbiamo raggiunto un risultato maturo, organico e personale.

Eppure qualcuno vi sta accusando di assomigliare troppo ai Deftones..
E’ curioso perché sono un drummer old school come Abe Cunningham. Entrambi forse abbiamo le stesse influenze, entrambi siamo californiani, ma i Deftones sono una grande band con una personalità. Noi siamo i Suicide Silence e credo che in questi anni siamo riusciti a dimostrare di avere un suono originale. Quando abbiamo iniziato non avevamo nessun fa, abbiamo registrato ‘The Cleansing’ e nessuno nel circuito metal suonava in quel modo. Non c’erano aspettative. Volevamo solo divertirci e suonare la musica che ci piaceva. Poi ci siamo evoluti e ora siamo arrivati ad un punto di svolta della nostra carriera. Non abbiamo paura delle critiche. Chi odia spesso non capisce.

Ritenete di avere già raggiunto il vostro apice in carriera?
Siamo felici di quello che facciamo e crediamo nelle nostre possibilità. ‘You Can't Stop Me’ è stato un successo, sappiamo che possiamo sempre fare meglio ma ancora di più ci interessa essere onesti con noi stessi e con i nostri fan. Abbiamo sempre avuto delle buone recensioni ma in un periodo in cui tutti ascoltano mp3 e comprano pochi album non ci interessa pubblicare un album che finisca su uno scaffale dopo qualche giorno. Preferiamo farci amare o odiare. Guarda i Metallica. Quando hanno pubblicato singoli come ‘Sad But True’ e ‘Nothing Else Matters’, erano totalmente diversi dai singoli degli anni ottanta. Non erano thrash eppure anche i più fedeli dei seguaci hanno dovuto ammettere che erano le loro migliori canzoni di sempre. Il tempo cambia le persone.

Ti sei stufato del termine deathcore?
Non mi è mai piaciuto. Ogni tanto qualcuno si sveglia e inventa un nome per descrivere qualcosa che tutto sommato è uguale a quello che si suonava prima. É come parlare di Star Wars o Star Trek. Ci sono delle differenze ma è sempre fantascienza. Nu metal, classic metal, death metal, metalcore, adesso deathcore. Non ha senso per me. Personalmente quando ero al college ascoltavo nu metal e Depeche Mode. Non ero un fan di Deicide o Cannibal Corpse e questo mi viene fatto notare oggi perché con la mia band ho registrato un album dove le parti death metal non sono nella stessa quantità che qualcuno vorrebbe.

Chi è Doris?
Le liriche sono di Eddie. Una zia che è stata molto vicino a lui quando suo padre se n’è andato. Ci sono state delle incomprensioni con sua madre ma hanno lo stesso sangue e il pezzo parla della povertà in Venezuela, del trasferimento a San Francisco e di tutti i problemi che hanno caratterizzato la sua famiglia. Pure emozioni.

(parole di Alex Lopez)

Suicide Silence
From USA

Discography
The Cleansing (2007)
No Time To Bleed (2009)
The Black Crown (2011)
You Can't Stop Me (2014)
Suicide Silence (2017)
Become The Hunter (2020)
Remember... You Must Die (2023)