-Core
Tófa
Islanda
Pubblicato il 05/01/2017 da Lorenzo Becciani

Una breve premessa perché di tutte le interviste che ho portato a termine durante l’ultima edizione di Iceland Airwaves quella con Allie Doersch è stata senza dubbio la più sorprendente. Nella prima settimana di novembre ho diviso il divano con le Thunderpussy, sono stato ammaliato dalla bellezza di Alvia Islandia e ho discusso di musica techno e industriale con i Tryptch allo storico Stofan Cafè, la caffetteria più frequentata di Reykjavík, al tavolo a fianco di Ólafur Arnalds e Nico Muhly. Ho intervistato Margrét e Einar dei Vök chiuso in una stanza di un locale con cinquanta fan fuori dalla porta che urlavano il loro nome, i Fufanu appena svegli in un bar vegano, Hogni Egilsson nella sala d’attesa di un hotel di lusso e Elvar Geir Sævarsson dei GlerAkur nello studio di regia del Teatro Nazionale. Come potete capire non mi sono fatto mancare nulla eppure la chiacchierata con la cantante dei Tófa rimarrà speciale e questo perché Allie Doersch sa davvero trasformarsi quando sale sul palco. Nella vita quotidiana è una ragazza dolcissima, talentuosa e bella, determinata e ambiziosa. Quando sale on stage il simbolo dell’aggressività e dell’energia punk primordiale, una furia dall’inizio alla fine della performance. Parlarci al Kaffibarinn, davanti ad una colazione abbondante, la sera successiva dell’esibizione al Gaukurrin non si cancellerà facilmente dalla mia mente.

Come si è formata la band? Qual era la vostra visione quando avete cominciato a suonare insieme?
I Tófa sono nati ancora prima che arrivassi io. For A Minor Reflection e Rökkurró condividono la sala prove ed un giorno Kjartan e Andri hanno cominciato a comporre e sperimentare giusto per il piacere di farlo. Mi hanno chiesto di cantare perché mio marito è uno dei loro migliori amici. A quel punto si è aggiunto il bassista ed il nostro stile è diventato completo. All’inizio non avevamo alcuna ambizione, non cercavamo affatto di diventare famosi ed al massimo pensavamo di organizzare qualche concerto. Una volta sul palco abbiamo provato un’energia incredibile e ci siamo divertiti così tanto che abbiamo deciso di fare sul serio. Il nostro nome significa volpe blu e deriva dal racconto Skugga-Baldur dello scrittore islandese Sjón.

Quanto è cambiato il vostro approccio negli ultimi due anni?
Il primo album è sicuramente più sperimentale mentre ‘Teeth Richards’ contiene pezzi più coesi tra loro e mostra davvero ciò che siamo in grado di fare. Stavolta abbiamo curato in maniera maggiore le registrazioni che si sono svolte in un magazzino polveroso di Reykjavík con Einar Stef.

Adesso in molti vi stanno scoprendo anche senza avervi visto mai suonare dal vivo..
É davvero eccitante. Credo che tutto questo interesse sia derivato dal fatto che non proponiamo il tipico post rock islandese. La mia famiglia in Colorado mi chiede continuamente di andare a suonare da quelle parti e tra l’altro negli Stati Uniti la scena noise rock è sempre stata solida. Speriamo di riuscire ad organizzare presto un tour.

Prima però dovete passare dall’Italia..
Non ci sono dubbi. Questo è un altro dei nostri obiettivi.

Qual è a tuo parere il pezzo che meglio vi rappresenta?
Direi ‘Fightgirl’ che riassume un po' quelle che sono le caratteristiche del nostro stile. Amo quel pezzo perché anche io sono una combattente e ci apriamo tutti i concerti. In generale ci piace mostrare alle persone qualcosa che non si aspettano.

Il titolo dell’album è un tributo a Keith Richards?
No, come per l’esordio abbiamo giocato con le parole in modo da non dare un riferimento preciso a chi si avvicina alla nostra musica. Preferiamo che la gente non si aspetti nulla. L’ironia del titolo è in contrasto con la musica che invece è più seria di quanto si possa credere.

Sei attratta da altre forme d’arte oltre la musica?
Assolutamente sì. Sono una disegnatrice professionista. Mi sono laureata in Florida e mi occupo di product illustration e libri per bambini. Inoltre amo la danza moderna, hip hop e jazz.

Quali sono gli artisti che seguirai in questa edizione di Iceland Airwaves?
È complicato perché ci esibiremo diverse volte ma non perderò sicuramente Kött Grá Pje e Kate Tempest. Il primo è il rapper più creativo che abbiamo in Islanda mentre la seconda scrive delle cose veramente intense. Seguirò anche le Reykjavíkurdætur che amo per la loro energia e la capacità di scherzare sui problemi delle donne.

Immagino che l’Islanda sia totalmente diversa dagli Stati Uniti…
Non puoi capire quanto. È come fare parte di una foto di Instagram per sempre. All’inizio ho avuto grandi difficoltà. Mi sentivo persa in un luogo dove parlavano tutti una lingua diversa. Non riuscivo ad entrare nei negozi e comprare le cose. Era estenuante e soprattutto odiavo che i miei amici dovessero smettere di parlare la loro lingua e passare all’inglese semplicemente a causa mia. A quel punto ho deciso di imparare l’islandese, sono andata a scuola per un po' e dopo cinque-sei mesi sono migliorata e ho trovato lavoro. La scena musicale è incredibile ed è singolare che in una nazione piccola ci siano così tanti artisti di valore che si supportano l’un l’altro.

Seguite dei rituali particolari prima dei concerti?
Gli altri si bevono qualche birra. Io ho una routine precisa. Amo arrivare pronta ai concerti. Faccio meditazione, stretching e bevo un tè caldo.

(parole di Allie Doersch)

Tófa
From Islanda

Discography
Fleetwood Wax (2015)
Teeth Richards (2016)