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Klimt 1918
Italia
Pubblicato il 30/12/2016 da Lorenzo Becciani

La prima domanda è scontata. Perché avete impiegato così tanto tempo a tornare? È stata un'esigenza perlopiù compositiva oppure siete rimasti coinvolti in altri progetti?
Non si tratta né di un'esigenza compositiva , né di motivi musicali. Avevamo semplicemente cose più importanti e difficili a cui pensare. Non è facile suonare quando non riesci a trovare lavoro ed hai superato i 35 anni. E' già difficile farlo quando si è occupati. Figurati quando non hai un soldo in tasca e devi vivere a casa dei tuoi genitori per sopravvivere. Una storia molto italiana che non è né romantica, né affascinante da raccontare.

In questo lasso di tempo la visione è cambiata? Ritenete che le differenze da 'Just in Case We'll Never Meet Again' e 'Sentimentale Jugend' siano sostanziali?
No. "Just in case we'll never meet again" è stato per noi l'album della svolta definitiva verso le sonorità che abbiamo poi approfondito maggiormente in Sentimentale Jugend. Si tratta di sicuro di un album di transizione ma in esso sono presenti già tutte le caratteristiche sonore dei Klimt 1918 odierni: rarefazione, wall of sound, influenze new wave, dream pop e shoegaze. Non avevamo la giusta consapevolezza per compiere un salto così definitivo verso la musica che suoniamo ora, ma a livello di ascolti eravamo già piuttosto formati. A volte ho come la sensazione di essere sempre stato uno shoegazer. Almeno attitudinalmente. Perché al di la della musica, essere influenzato da questo genere musicale significa avere una particolare attitudine. Senza mai aver ascoltato gli Slowdive, anche i Klimt 1918 degli albori avevano in nuce un'anima gaze nascosta. Il problema è che non lo sapevano. Non avevano ancora la mente così aperta per rendersene conto.

E invece tra la prima e la seconda parte del nuovo album?
La canzoni sono state divise in maniera abbastanza casuale. Quindi almeno da parte nostra non c'è stata la volontà di assemblare due tracklist divergenti. Tutte le persone che ascoltano Sentimentale e Jugend trovano differenze tra i due album. E' una cosa curiosa, che ci interessa e ci stupisce molto. Questo dimostra che ognuno trova percorsi diversi ascoltando la nostra musica. In realtà, non ci sono concept. Si tratta di un lavoro molto esteso che inizialmente doveva essere rilasciato in due tempi: due dischi gemelli fatti uscire a distanza di alcuni mesi l'uno dall'altro. La Prophecy però ha scelto di editarli contemporaneamente modificando inevitabilmente la percezione esterna del progetto.

Su Wikipedia accanto al vostro nome troviamo i termini alternative rock, rock progressivo, post-rock, gothic rock e shoegaze. Personalmente vi ho sempre trovato eccezionali proprio perchè unici e inclassificabili ma come vi ponete di fronte alle catalogazioni di genere?
Si, le catalogazioni sono un brutto affare, specialmente quando non rispecchiano per nulla quella che è la nostra proposta musicale. Per colpa di classificazioni errate siamo stati venduti in ambienti che non ci rappresentano più da anni. Abbiamo perso importanti occasioni e non ci siamo fatti conoscere dal pubblico giusto, quello con la mentalità più aperta e libera da certi condizionamenti. Ma non ci lamentiamo di quello che siamo riusciti a concludere in questi ultimi 17 anni. Il nostro percorso è sempre stato tortuoso, pieno di intoppi ed ostacoli. Anche la registrazione e la gestazione di questo ultimo doppio album sono state funestate da una serie infinita di contrattempi e problematiche. Il nostro destino è quello di soffrire più di altre band. Ma è l'unico destino che abbiamo, così ce lo teniamo stretto, buono o brutto che sia.

Qual è il concept di 'Sentimentale Jugend'? Le liriche nascono prima della musica?
Come ho anticipato prima, il fatto che la Prophecy abbia rilasciato gli album contemporaneamente, con l'aggiunta di un'edizione che li racchiude entrambi, ha donato a Sentimentale Jugend un'aura troppo seriosa, neanche fosse un album progressive anni '70 caratterizzato da un concept super intellettuale. La verità è che si tratta semplicemente di due album andati in stampa nello stesso momento costituiti da canzoni indipendenti, senza riferimenti incrociati o velleità narrative particolari. Questo non significa che non sia la musica che abbiamo amato e in cui abbiamo creduto strenuamente durante tutti questi anni. Le liriche, per motivi di metrica, non nascono mai prima della musica. Però, come sostengo nelle infosheets di 'Sentimentale Jugend', da alcune parole sono scaturite le suggestioni che poi hanno influenzato il mio percorso creativo. Il titolo dell'album ne è un esempio. Talmente bello e metalinguistico da rappresentare un incipit creativo importante.

Il legame con Berlino è determinato da qualche evento, luogo o pensiero particolare?
Nelle info sheets ho parlato di Berlino come di un trigger narrativo. ‘Sentimentale Jugend’ non ha nulla a che vedere con la Germania e con questa città. Ho molto amato un libro:"Wir Kinder vom Bahnhof Zoo" di Vera Christiane Felscherinow che mi ha dato uno spunto sul come raccontare qualcosa senza indugiare troppo sugli aneddoti, ma invece concentrandomi sulla descrizione di un'atmosfera. So poco di Berlino. E' un posto che ho visitato poche volte da turista. Non ho mai avuto la presunzione di parlare di quella città, in un periodo storico così remoto che non ho vissuto. Ho pensato però che l'approccio di Vera potesse essermi utile per raccontare un'altro tipo di rarefazione, un'altra malinconia. Sentimenti, storie e atmosfere mediterranee.

Nella presentazione vengono citati 'Noi ragazzi dello zoo di Berlino' e 'Le vite degli altri', personalmente trovo che 'Otto; or up with dead people' sia la pellicola che meglio descrive Berlino. Per voi invece? Che immagine avete della città e della scena musicale?
Non ho mai visto il film tratto da "Noi ragazzi dello Zoo di Berlino". Ho solo letto il libro di Vera Felscherinow. Un lacuna che devo colmare il prima possibile. Ci sono tanti film su Berlino che ho trovato interessanti. Uno su tutti ‘Possession’ di Adrzej Zulawski. Prediligo sempre le pellicole che raccontano per sottrazione. Anche qui, la città è un'entità di sfondo che contribuisce a donare un'atmosfera claustrofobica alla sceneggiatura. Tutte quelle location scelte di proposito vicino al Muro conferiscono al film un'aura spettrale, apocalittica. La Berlino divisa doveva essere un luogo potentissimo. Alcune inquadrature in esterno bastavano a riprodurre l'entità dello iato sociale e culturale. Probabilmente la percezione era quella di vivere in una realtà distopica da film di fantascienza. Invece era tutto vero.

"Volevamo terrorizzare la nostra vena pop con sonorità poco rassicuranti, sporcate da rumori ed esplosioni". Quali sono secondo voi le tracce che simboleggiano al meglio questo approccio compositivo?
‘Nostalghia’, ‘Comandante’, ‘La Notte’, ‘Fracture’, ‘Stupenda e Misera Città’. Ti cito le prime che mi vengono in mente. Ma si tratta di un approccio che caratterizza tutte le canzoni di 'Sentimentale Jugend'. Le sporcature accentuano il carattere tridimensionale della musica. La rendono terrena e suggestiva.

Chi è il Comandante dei Klimt 1918?
Detto così sembra che tu voglia sapere chi comanda nei Klimt 1918. Se invece ti riferisci alla canzone ti rispondo Jorge Ricardo Masetti, un giornalista argentino che negli anni sessanta scelse la lotta armata dopo aver intervistato sulla Sierra Maestra Fidel Castro ed Ernesto Guevara per Prensa Latina. Cambiò nome in Comandante Segundo e tentò di esportare la rivoluzione cubana nella sua terra, offrendosi di spianare il terreno alla futura venuta di Guevara. Ma il suo sogno libertario durò molto poco. I suoi fedelissimi morirono di stenti in seguito ad un'incursione della gendarmeria a La Toma. Masetti scomparve nella giungla il 21 aprile del 1964. Di lui non si è saputo più nulla. Anche se la sua esperienza politica e guerrigliera sono state un completo disastro il Comandante Segundo rimane ai miei occhi il simbolo di un romanticismo oltranzista, di un umanismo consapevole portato alle estreme conseguenze. Ho scoperto la sua storia leggendo Paco Ignacio Taibo II che ne ha tratteggiato un ritratto essenziale e molto terreno: un uomo che si è liberato da solo, padrone del suo destino e capitano della sua anima, attraversato da una solitudine profonda. La solitudine che inevitabilmente accompagna ogni idealista.

Di cosa parlano nello specifico 'Gaza Youth' e 'Nostalghia'?
‘Gaza Youth’ è il terzo capitolo di una trilogia di canzoni dedicate alla Palestina inaugurata su Undressed Momento da "Pale Song" e continuata in Dopoguerra con "Rachel". E' un brano inevitabilmente ispirato al sanguinoso bombardamento israeliano della Striscia di Gaza del luglio del 2014. Uno degli episodi di pulizia etnica più terribili degli ultimi trent'anni. ‘Nostalgia’ invece è dedicata a Dampyr, la popolare serie di fumetti creata da Mauro Boselli ed edita dalla Bonelli. Qualche anno fa si parlava di una potenziale collaborazione per lavorare ad una storia breve basata sul testo della canzone. Poi i tempi di lavorazione di Sentimentale Jugend si sono dilatati così tanto che il progetto è saltato.

A livello di produzione vi siete ispirati a qualche album nello specifico? Che tipologia di sound desideravate ottenere stavolta?
Ci siamo riferiti a tanti album e a tante sonorità diverse durante le registrazioni di SJ. Io avevo in mente un sound rarefatto ma non mellifluo. Volevo vaporizzarle quelle melodie, renderle nuvole. Ma sempre con la giusta dose di lampi dentro. Nubi cariche di elettricità. Un po' alla maniera di Exploiding Head degli A Place to bury Strangers. Loro hanno questa dote pazzesca di riuscire ad addomesticare il rumore, renderlo parte integrante delle armonie. A noi spettava un compito più difficile: usare questi strumenti per arrangiare materiale infinitamente più melodico e pop. Direi che il risultato è stato interessante e a tratti stupefacente. E' stato un po' come aprire il cofano di una vecchia ed elegante Lancia Flavia ed inserirci un motore V8 di una Mustang Shelby.

È stato complicato mixare l'album? Quanti mix avete ascoltato prima di scegliere il definitivo?
E' stata una via crucis. Addomesticare tutte quelle tracce di chitarra, tutti quei riverberi che si sovrapponevano l'uno sull'altro creando una cascata pazzesca di risonanze, feedback, rumori ed altro, è stato difficilissimo. Claudio Spagnuoli, il nostro produttore e sound engeneer ha dovuto lavorare sodo affinché il disco suonasse come volevamo noi: un magma sonoro dove gli strumenti singoli smettono di distinguersi, ma partecipano in egual misura a questo caos misurato, come fosse un brano di black metal primordiale. Non è un caso che uno dei reference di SJ sia stato Transylvanian Hunger dei Darkthrone. Comunque per tornare alla tua domanda i mix sono stati diversi. Almeno tre per ogni canzone. Quindi, considerando che 'Sentimentale Jugend' è costituito da 20 canzoni, puoi ben immaginare quanto è stato difficile, lungo ed esasperante questo percorso. Se ci penso giuro che mi vengono i brividi.

Il testo di ' Stupenda e misera città' è preso da 'Il pianto della scavatrice' di Pier Paolo Pasolini. Visto che la vostra musica è sempre più cinematica, c'è un film del compianto artista che apprezzate più degli altri?
No, io non amo il Pasolini regista. Credo anzi, sia stato ampiamente sopravvalutato in questo settore. Continuo a pensare che le parole, come del resto la musica, abbiano caratteristiche intimamente cinematiche. Quindi la scelta di usare i brani tratti da "Il Pianto della scavatrice" significa voler evocare immagini senza aver bisogno del cinema. Sono film interiori, ovviamente. Pellicole dell'anima.

In 'Lycans' si rinnova la collaborazione con Simone Salvatori. Che rapporto avete con Spiritual Front? Vi cercate a vicenda? Avete dei principi in comune?
Conosciamo Simone Salvatori da più di vent'anni. Da quando cioè eravamo un gruppo di post adolescenti che suonavano in alcune band della scena death metal romana. Lui era il leader degli Spiritual Ceremony, io e mio fratello suonavamo negli Another Day, e Francesco era il chitarrista dei Desecration. Ci frequentiamo da sempre, quindi e quando è possibile ci aiutiamo a vicenda. Paolo cura le grafiche degli Spiritual Front da più di un decennio. Io sono l'autore delle loro fotografie. Francesco li aiuta, come session guitarist, durante i concerti. La collaborazione per Lycans è nata in maniera naturale. Avevo questo testo e questa canzone che sembravano scritti appositamente per lui, così ho pensato che doveva cantarla Simone. In un pomeriggio abbiamo registrato ed arrangiato insieme le linee vocali. Il risultato è davvero molto soddisfacente. E poi ci siamo morti dalle risate. Chi conosce personalmente il buon Salvatori sa quanto sa essere divertente.

(parole di Marco Soellner)

Klimt 1918
From Italia

Discography
Undressed Momento (2003)
Dopoguerra (2005)
Just in Case We'll Never Meet Again (2008)
Sentimentale Jugend (2016)