-Core
GlerAkur
Islanda
Pubblicato il 21/11/2016 da Lorenzo Becciani

Vuoi spiegarci intanto come è nato il progetto?
Lavoro al Teatro Nazionale di Reykjavík (Þjóðleikhúsið) e stavo scrivendo musica per uno show che si sarebbe svolto nei mesi successivi. Si trattava del riadattamento di “Eyvindur Of The Mountains” del drammaturgo Jóhann Sigurjónsson e, parlando col regista Stefan Metz, è nata l'idea di contribuire con del materiale che avevo sul computer. Una parte in drone utilizzata per tale spettacolo è diventata la introduzione di 'Can't You Wait'. Anche in passato avevo portato avanti un progetto ambizioso ovvero gli Hellvar ma in quel caso l'approccio era meno metal e la voce femminile spostava l'attenzione su altri territori musicali. Il destino ha voluto che i proprietari della Prophecy Productions hanno ascoltato il pezzo alla radio e mi hanno contattato per partecipare al loro festival. A quel punto ho dovuto terminare in fretta l'ep, prendendomi una settimana libera mentre la compagnia era a Madrid per una premiere, e questo ha ritardato l'uscita dell'album. Al Prophecy Fest mi sono esibito con chitarra e drone mentre adesso dal vivo abbiamo cinque chitarre, un basso, due batterie e un muro di suono pazzesco. Di buono c'è stato che non ho avuto bisogno di cercare un'etichetta.

Quando sarà pronto l'album?
Entro fine anno consegnerò il materiale finito. Ormai sono ai dettagli.

Qual era la tua visione quando hai dato vita al progetto?
Mi piace il fatto che GlerAkur sia totalmente inclassificabile. Sperimentavo da tempo con drone e basso e adesso la nostra musica è più complessa anche se ci sono sempre elementi drone e ambient.

Sei influenzato maggiormente dalla scena islandese o da altro?
Quando ero ragazzo ascoltavo il black metal norvegese. Crescendo ho cominciato ad ascoltare quello americano, alcune band britanniche e tanta psichedelia. Tra le mie influenze ci sono anche Alcest e Liturgy oltre a compositori come Philip Glass e Mike Olfield. In ogni caso registro tantissimo, non mi pongo limiti e lascio che il materiale fluisca in maniera naturale.

Cosa dobbiamo attenderci dal vostro show?
Qualcosa di estremamente potente e imprevedibile. Le variabili sono numerose e in sala prove o sul palco per ogni musicista è impossibile ascoltare quello che fanno gli altri. Siamo intrappolati nel rumore e ciò rende ogni performance elettrizzante e diversa dalle altre. Nella band ci sono alcuni componenti degli Hellvar, tre ragazzi che lavorano con me al Teatro come sound designer e un amico di vecchia dati che, pur occupandosi solitamente di elettronica, suona la chitarra. Cerchiamo una connessione particolare col pubblico, non certo immediata ma che scaturisce col fluire delle canzoni. É tutto così ripetitivo che facciamo veramente fatica a sincronizzarci. Non ci sono assoli nella tradizione del metal e chi ci ascolta deve pazientare e finire intrappolato anch'esso nel suono globale.

So che siete legati ai Kontinuum...
Frequentiamo la stessa sala prove. Suoniamo in due stanze adiacenti quindi è una continua competizione in termini di rumore.

Ti piacerebbe comporre una colonna sonora?
É un mio sogno ma non certo di un film sui vichinghi. Sono abituato a lavorare nel mondo artificiale e quindi in quel caso mi piacerebbe comporre per un dramma sociale o comunque qualcosa di vero.

Cosa pensi dell'edizione di quest'anno di Iceland Airwaves?
C'è tanto hip hop, gente che segue colori e trend. Tanta gente felice.

(parole di Elvar Geir Sævarsson)

GlerAkur
From Islanda

Discography
Can't You Wait (2016)
The Mountains Are Beautiful Now (2017)