-Core
Madden Waves
Italia
Pubblicato il 19/09/2016 da Lorenzo Becciani

Prima di tutto vorremmo un breve riassunto della tua carriera prima di Madden Waves...
In realtà questo progetto è rimasto nel calderone per molto tempo. Ho lasciato la musica per qualche anno, mi sono messo a fare tutt'altro, anche i fumetti, poi ho deciso di ricominciare, e concentrarmi solo su quel fronte. L'unico progetto che ha tolto un po' di spazio è stato un gruppo acustico con archi, che spaziava tra il folk e il country, abbandonato per riprendere Madden Waves a tempo pieno.

Da dove nasce il nome B.L.Lee Kreky?
Viene dal sardo, Bielli Crechi. Una sera ho pensato a come renderlo internazionale, ed ecco qui!

Come ti è venuta in mente l'idea di creare questo progetto?
Questo progetto è un vecchio tarlo che ho lasciato in disparte per troppo tempo. Ha preso forma quando avevo diciassette anni e l’unico elemento che è rimasto di quando eravamo davvero piccoli è il chitarrista, David Pascucci.

Perché Madden Waves?
Un giorno ero al mare con il primo bassista che abbiamo avuto e gli dissi: "voglio qualcosa che abbia a che fare con le onde, che le faccia impazzire". E lui, di tutta risposta, ha aperto il dizionario e dopo aver trovato "madden", lo richiuse sbattendo sul tavolo, urlando Madden Waves ripetutamente.

Come hai scelto i tuoi compagni di avventura?
E' stata una fatica davvero rara. Un susseguirsi di tira e molla, di persone che abbandonavano o di cui mi accorgevo che non potevano andare con il progetto. David Pascucci è un amico di vecchia data, abbiamo cominciato insieme a suonare. Daniele Saulle era un conoscente di David, e siamo rimasti folgorati la prima volta che venne in sala e mise la batteria su Basements. Silvano Proietti, anche lui amico di vecchia data, che abbiamo sempre apprezzato e stimato tantissimo e siamo davverp fieri di avere con noi.

Le cinque tracce che compongono 'Shades' sono nate rapidamente ed in preda all'entusiasmo oppure hanno avuto bisogno di tempo per crescere?
Hanno avuto bisogno di molto tempo per crescere. La musica di ‘Hard To Set’ ha cinque anni di vita, ‘Innocent Coma’, ‘Basements’ e ‘Apparently At Home’ ne hanno tre. La più recente è ‘Sunflower’, che è di un anno e mezzo fa. In sede di registrazione sono state modificate solo la prima e l'ultima, piccole aggiunte qua e la.

Dal punto di vista stilistico come poni Madden Waves rispetto alla scena indipendente italiana?
Male. Apprezzo molti artisti, vecchi e nuovi, di questo paese, ma i suoni e la linea di questo progetto sono decisamente esterne a ciò che gira. Mi consola pensare che - forse - saremmo stati di troppo anche negli anni novanta.

Ritieni che questo ep possa ottenere maggiore riscontro in Italia oppure all'estero?
Ovvio che questo miscuglio di generi ha un margine d'ascolto maggiore nel resto dei paesi europei e in America, ma credo - spero - che ci siano anche qui orecchie per apprezzare un lavoro di questo tipo.

Quanto avete impiegato a registrarlo? A livello di produzione a chi vi siete ispirati?
Siamo stati una settimana all'Edac Studio di Davide Lasala a Fino Mornasco, in provincia di Como, un bellissimo posto dove si lavora con serenità. È stato un mix d'influenze, tra noi e Davide, con suoni fortemente radicati negli anni novanta.

Prova adesso a lasciare un commento su ciascuna delle cinque tracce..
‘Hard To Set’- una sorta di risveglio nel buio e primo stadio di coscienza.
‘Basements’ - rabbia claustrofobica
‘Innocent Coma’- abitudine al dolore, ballandoci sopra.
‘Sunflower’- una speranza disillusa
‘Apparently At Home- prendere le distanze per capire quello che si ha intorno.

Qual è il passaggio chiave dell'ep a tuo parere?
Per come è strutturato, credo sia importante il passaggio tra la seconda, la terza e la quarta traccia. Non fosse altro perché cambiamo le carte in tavola in ognuna di esse.

Puoi spiegarci il significato che si cela dietro a 'Innocent Coma'?
Mi ero ripromesso di tergiversare alle domande sui testi! Cerco di spiegare brevemente: si tratta dei frutti di un amore che è talmente malato che si lascia trasportare fino alla morte e del rischio che comportano alcune situazioni. In tutto l'Ep, ma in realtà in tutti i testi che ho scritto fino ad ora, si tratta di quanto sia crudele ingannare il prossimo, di quanto sia brutto esser raggirati senza saperlo. Certo, sono stati scritti dal punto di vista di chi ha già realizzato il problema e già ha iniziato a curarsene, qualsiasi psicologo sarebbe piuttosto fiero nel vedere il proprio paziente in questo stato, se solo servissero a qualcosa.

Quanto dovremo attendere per il primo full lenght?
Dipende da come va l'ep. Fosse per me lo registrerei anche domani e passerei la mia vita dentro ad uno studio. Diciamo che l'estate prossima ci piacerebbe registrare l'album. Stiamo già ultimando le tracce.

In termini sonori ci sarà un'evoluzione rispetto a 'Shades'?
Assolutamente sì. Se possibile, nell'album ci sarà una sorta di esperimento, con una divisione di suoni.

Puoi spiegarci meglio la frase "Defeating the beast, spreading the waves"..?
Pochi giorni fa ho notato che leggendo questa frase, degli adepti del Christian Rock hanno pensato avessimo a che fare con quella roba. In realtà è un pezzo del testo di "In Waves", che è un po' il nostro manifesto di cui andiamo orgogliosi. La frase dice "it's not a disease how i choose to live, defeating the beast and spreading the waves". Credo sia giusto che ognuno di noi si faccia il culo per migliorare ed essere il miglior essere umano possibile, poi certo, c'è chi non se ne cura affatto. Lasciarsi trascinare, tradire e ingannare il prossimo, è questo il male. Non ci sono discorsi di purezza. “Defeating the beast” è la frase che viene utilizzata nell'ambito dell'esorcismo, è vero e i testi sono piuttosto cupi nello stesso modo, ma è più una questione di etica: ho riempito il progetto di alcuni contenuti, tra cui "if you hate something, dont you do it too" (‘Not For You’ dei Pearl Jam) che credo sia un concetto sacrosanto. Ovvio, quando ci si rialza da una brutta botta viene spontaneo tirare le somme di cosa è buono e cosa è cattivo, altrimenti tutti gli umani sarebbero degli idioti (e non siamo molto distanti) che danno solo testate contro il muro come nei videogiochi dove si impalla il tasto direzionale. "Spreading the waves", perché è l'idea iniziale del progetto, elargire buone vibrazioni, buone onde. La musica è fatta di frequenze, che per forza di cose ti attraversano, quindi è uno strumento potentissimo. Madden Waves stesso, ha a che fare con i milioni d'influenze del progetto, un continuo sali e scendi di frequenze e stili differenti.

(parole di Gabriele Cerchi)

Madden Waves
From Italia

Discography
Shades (2016)