-Core
God Damn
UK
Pubblicato il 17/04/2015 da Lorenzo Becciani

I Royal Blood hanno recentemente mostrato che una band composta da soli due membri può funzionare ugualmente. Come ci siete arrivati?
(Ash Weaver) Hai ragione funziona bene ed è anche piu' facile infilarci in una Smart per andare ai concerti. A parte le battute è stato tutto dovuto ad una serie di circostanze. Non abbiamo pianificato nulla o pensato di seguire chissà quale trend. Eravamo tre – con l'altro chitarrista Dave Copson che poi si è defilato – e non ci spaventerebbe tornarci in futuro.

Avete dei musicisti session con voi quando suonate dal vivo?
(Thom Edward) Abbiamo così tanti amici di talento nell'ambiente e non trovo appropriato il termine musicisti session. Sicuramente li chiameremo a darci una mano al momento giusto. Non avrebbe senso usarli solo come espediente. In ogni caso sono fermamente convinto che il live dovrebbe essere differente. Anche le più grandi band sulla terra non suonano mai esattamente come su disco sebbene le canzoni siano le stesse.

Come scrivete i vostri pezzi? Partite da un riff di chitarra o dalla batteria?
(Ash Weaver) Non c'è niente di fisso. Le idee possono nascere in entrambi i modi, l'aspetto più importante è essere tutti e due nella stessa stanza in modo che il nostro modo di suonare possa influenzarsi a vicenda. Questa è una costante che desideriamo mantenere. Magari ci viene in mente qualcosa quando siamo soli ma quelle idee diventano vive solamente in un secondo momento.

Hai visto 'Whiplash'? Quali sono i tuoi batteristi preferiti?
(Ash Weaver) L'ho visto e sono felice di non avere un manager di quel tipo. Non potrei relazionarmi con una persona del genere. Tra i batteristi che amo maggiormente ci sono sicuramente John Bonham, Travis Barker, Joey Castillo, Jon Theodore e Thomas Pridgen. Mi piacciono i batteristi creativi che spingono in avanti i confini dello strumento e hanno una loro “voce”. Il mio insegnante è stato Pete Boot che suonava nei Budgie negli anni settanta e mi ha mostrato quanto sia importante.

'Shoeprints', 'When The Wind Blows' e 'Horus' hanno aumentato le aspettative attorno a 'Vultures'. Quali sono gli altri momenti chiave dell'album?
(Thom Edward) Il mio pezzo preferito è senza dubbio 'Silver Spooned'. Ho usato due chitarre accordate in maniera diversa per registrarla. All'inizio è stato problematico ma dal vivo è fantastica con un po' di pedale magico che mi aiuta. Anche 'Vultures' e 'Skeletons' sono epiche. Potrei citare tutte le canzoni ma sarebbe noioso. Sono del parere però che ognuna di esse abbia la sua personalità e non ci sia niente di stantio.

Come vi siete trovati con Xavier Stephenson? Che tipologia di suono volevate ottenere?
(Ash Weaver) Xav è una leggenda, credo di non avere mai visto qualcun altro lavorare così tanto. Semplicemente non si ferma mai e ha capito subito quali erano le nostre intenzioni. Volevamo un album che mostrasse tutte le diverse dimensioni della band, non necessariamente potente dall'inizio alla fine come si sarebbe aspettato qualcuno. Non vogliamo essere un fuoco di paglia o una band da gettare dopo un paio di ascolti.

Vi siete ispirati a qualche album in particolare in termini di produzione e mixaggio?
(Thom Edward) Quando stavamo registrando e mixando abbiamo discusso con Xav di alcuni album che amavamo ma ci ha fatto capire che le nostre canzoni avevano una loro personalità e cercare di copiare qualcos'altro sarebbe stato controproducente. Era importante che l'album respirasse.

Avete utilizzato strumentazione analogica in studio?
(Thom Edward) Chitarre e batteria totalmente analogiche. Ho usato la mia voce digitale vintage attraverso un orologio analogico per ottenere un certo feeling. Seriamente, siamo contrari all'uso di plugin ed abbiamo passato le tracce attraverso compressori Fairchild. Inizialmente dovevamo andare ai Toe Rag che sono interamente analogici poi per un numero svariato di ragioni abbiamo dovuto cambiare nonostante i due giorni trascorsi in quello studio siano stati magnifici.

Quali sono le vostre influenze principali per quello che concerne metal, post punk e grunge?
(Thom Edward) Mi piace questa domanda. Non ne possiamo piu' della classica domanda su quali sono le nostre influenze posta in maniera non specifica. E' chiaro che ognuno puo' essere influenzato da un po' tutto, nel bene e nel male. Cercare di dare una risposta unica sarebbe paradossale. Senza dubbio abbiamo delle t-shirt degli Slayer ed il greatest hits dei Black Sabbath poi direi Melvins, Electric Wizard, Sleep, Kyuss, Eighties Matchbox, TAD e Smashing Pumpkins.

Come siete entrati in contatto con One Little Indian?
(Ash Weaver) Insieme ad altre etichette ci hanno visionato alla fine del 2013. Li abbiamo incrociati ad uno show al Black Heart di Camden e da quel giorno è nato tutto.

Come si vive a Wolverhampton?
(Ash Weaver) E' grandioso. Oltre ad essere la nostra casa è un posto piuttosto onesto dove le persone hanno i piedi per terra. I media ne parlano spesso male ma ci sono luoghi molto peggiori. Nella zona circostante ci sono parecchie band importanti. Soprattutto a Birmingham dove suoniamo spesso.

Perchè avete scelto di registrare a Londra e non a casa vostra?
(Thom Edward) Ci siamo innamorati del produttore ma qualcosa abbiamo registrato anche allo studio di Ryan Pinson a Wolverhampton dove erano nati i nostri primi demo.

Quali sono i vostri piani adesso?
(Thom Edward) Il tour inglese comincerà lunedì prossimo poi faremo qualche altra data europea e diversi festival. Sarebbe bello tornare negli Stati Uniti e dovremmo organizzare qualcosa anche in Giappone e Australia prima della fine dell'anno.

Pensate che quest'album possieda il potenziale per conquistare il difficile mercato americano?
(Ash Weaver) Penso di sì anche se ci sarà molto lavoro da fare. E' un posto estremamente vasto da coprire e quindi servirà un tour esteso. Al SXSW la reazione del pubblico è stata positiva e questo è senza dubbio un bell'inizio.

God Damn
From UK

Discography
Vultures (2015)
Everything Ever (2016)
God Damn (2020)
Raw Coward (2021)