-Core
8
Incubus
Island
Pubblicato il 03/05/2017 da Lorenzo Becciani
Songs
01. No Fun
02. Nimble Bastard
03. State of the Art
04. Glitterbomb
05. Undefeated
06. Loneliest
07. When I Became A Man
08. Familiar Faces
09. Love in a Time of Surveillance
10. Make No Sound in the Digital Forest
11. Throw Out the Map
Songs
01. No Fun
02. Nimble Bastard
03. State of the Art
04. Glitterbomb
05. Undefeated
06. Loneliest
07. When I Became A Man
08. Familiar Faces
09. Love in a Time of Surveillance
10. Make No Sound in the Digital Forest
11. Throw Out the Map

Anche se probabilmente i vecchi fan ascolteranno a ripetizione l’iniziale ‘No Fun’, prima di concentrarsi sul resto del materiale, la successiva ‘Nimble Bastard’ è il pezzo che simboleggia al meglio la nuova era dei californiani. Un eclettico mix tra frammenti strumentali e improvvisi stacchipunk incastonato in un album fuori dal tempo e tramite il quale Brandon Boyd riesce a mostrare tutto il suo talento. Sarebbe sbagliato affermare che gli Incubus sono rimasti agli anni novanta dal punto di vista concettuale. La loro evoluzione è infatti sotto gli occhi di tutti ma ‘8’ è comunque pensato e realizzato quasi stessimo vivendo di nuovo l’esplosione di icone crossover come Deftones, Korn e appunto gli autori di ‘S.C.I.E.N.C.E.’. Per niente spaventati dalla risposta eterogenea ricevuta da ‘If Not Now, When?’, questi musicisti straordinari hanno deciso di spiazzare ancora una volta addetti ai lavori e pubblico con un full lenght anticonformista, spigoloso e arrangiato in maniera superba che si colloca in maniera trasversale rispetto agli standard dell’alternative rock moderno. Una versatilità che ha contraddistinto il loro intero catalogo e che, in un periodo storico in cui i negozi abbassano le serrande ed i videoclip non funzionano più, sembra addirittura accentuata in nome della libertà artistica e della creatività più totale. Come produttori sono stati scelti in primo luogo Dave Sardy - che ricordiamo per le colonne sonore di ‘21’ e ‘Zombieland’ oltre che per avere contribuito al successo di Marilyn Manson, The Black Angels e Wolfmother – ed in seguito Skrillex, punto di riferimento della scena dubstep statunitense e ispiratore di ‘The Path Of Totality’ dei Korn - e il risultato è stupefacente con suoni aggressivi e profondi, sontuose aperture melodiche e tanta elettronica a servizio della voce. Le graffianti ‘Glitterbomb’ e ‘Throw Out The Map’ contrastano apertamente con ‘Undefeated’, il singolo che i Linkin Park tentano di scrivere senza successo da tempo immemore, e ‘Loneliest’, che ricorda i suoni dell’ultimo regalo fatto da David Bowie ai propri seguaci prima di morire. Imperdibili anche ‘State Of The Art’ - in bilico tra ‘Make Yourself’ e ‘Morning View’ - e ‘Familiar Faces’ con cui la sezione ritmica dimostra di essere sempre all’avanguardia. 

Incubus
From USA

Discography
1995 – Fungus Amongus
1997 – S.C.I.E.N.C.E.
1999 – Make Yourself
2001 – Morning View
2004 – A Crow Left of the Murder...
2006 – Light Grenades
2011 – If Not Now, When?
2017 – 8