Registrato a Millbrook Sound Studios con il produttore di sempre Paul Orofino ed in seguito mixato e masterizzato da Zack Ohren (Decrepit Birth, Suffocation), il successore del deludente ‘Kingdom Of Conspiracy’ è un album, per stessa ammissione della band, dark e aggressivo, improntato sia musicalmente che liricamente sui risvolti più oscuri dell’umanità moderna. Per una volta gli Immolation non si sono preoccupati troppo della durata dei pezzi, della velocità esecutiva o degli assoli. É evidente infatti una visione globale dietro al full lenght che invece di rendere la scaletta omogenea ha permesso a questi musicisti straordinari di suonare in totale libertà. Il risultato è clamoroso con Ross Dolan, per chi scrive uno dei growl più sottovalutati di sempre, e Rob Vigna a livelli stratosferici. La magnifica copertina di Pär Olofsson (Exodus, Immortal) trasmette un senso di imminente apocalisse, un destino che deve solo compiersi e annientare tutto ciò che vediamo intorno. A tale percezione contribuisce l’assalto sistematico di tracce come ‘Fostering The Divide’, ‘Rise The Heretics’ e ‘Destructive Currents’ che omaggiano Death e Morbid Angel senza per questo apparire nostalgiche o retrograde. Anche se ancorati ai vecchi lavori gli Immolation hanno sempre saputo guardare avanti ed evolvere la propria proposta e stavolta si sono superati pure in termini di songwriting.