Dopo i There Will Be Blood, un’altra formazione lombarda mostra le sue spiccate influenze blues e propone un rock variegato e ricco di sfumature. La produzione appare un po' spenta ed il songwriting di Giorgio Marcelli, Massimilano Tonolini e Cristian Barbieri – tutti musicisti noti per altre esperienze più o meno fortunate come Annie Hall, Le Man Avec Les Lunettes, Claudia Is On The Sofa, Il Sindaco e Jesus Etc - non è ancora esattamente focalizzato eppure, scorrendo le tracce di ‘In Other Words We Are Three’, si percepiscono idee e spunti interessanti. Spesso il trio indugia con la psichedelia, a tratti lascia emergere influenze grunge e addirittura cita ‘Is This Desire?’ di PJ Harvey con la reprise dell’opener ‘Angelene’. Le citazioni non sono terminate perché il nome è un omaggio a Robert Wyatt, il titolo del full lenght un riferimento alla fantastica autobiografia di Charles Mingus e ‘The Picture’ il ricordo nemmeno troppo annebbiato di ‘The Dreamers’ di Bernardo Bertolucci. Quest’ultima è senza dubbio la tracce migliore del debutto, insieme all’iniziale ‘Desert’ e ‘Please Don’t Care About Me’. Con dei suoni migliori e un pizzico di coraggio in più potrebbero mettersi alle spalle buona parte della concorrenza.