Il miglior disco sleaze punk dell'anno proviene dalla penisola scandinava e non dalle bollenti spiagge californiane ma questo non ci sorprende affatto. I Sister sono la tipica band che necessita tempo per crescere, sono partiti con un profilo basso, hanno incrementato la loro esperienza live e sviluppato idee più interessanti, tanto da ottenere un contratto discografico con Metal Blade, e adesso sono pronti a sfidare il mondo con undici tracce assassine. A qualcuno sarà stato sufficiente ascoltare il primo singolo, 'Carved In Stone', per rendersi conto degli enormi progressi compiuti dai ragazzi che si sono messi nelle mani di Jona Tee (H.E.A.T.) e Tobias Lindell (Europe, Hardcore Superstar) consapevoli dello spessore del materiale. Il risultato è un suono crudo, selvaggio, dotato di cori potenti, stacchi ritmici divertenti e groove in quantità industriale. Rispetto a 'Disguised Vultures' non è stato lasciato nulla al caso, i ritornelli battono in testa dal primo all'ultimo con Jamie Anderson chiamato agli straordinari e, in alcuni frangenti, non così distante da ‘The Perfect Cult’ dei Deathstars. 'Lost In Line', 'Trail Of Destruction' e 'Liberation Song' sono scritte appositamente per diventare dei classici dal vivo e per una volta la scaletta è coesa e potente dal primo all'ultimo secondo. In definitiva i Sister sono riusciti a mettersi un'agguerrita concorrenza alle spalle e, dopo avere stabilizzato la propria posizione in patria, si apprestano a conquistare il resto del mondo.