Altri addetti ai lavori non mancheranno di sottolineare come gli Hellyeah abbiano cominciato veramente a funzionare quando i rapporti di Chad Gray con gli altri Mudvayne si sono raffreddati causando un sostanziale scioglimento della band di ‘L.D. 50’ e ‘The End Of All Things To Come’. Tutto sommato credo che sia riscontrabile una linea di crescita continua da quando il progetto nato attorno alla carismatica figura dell'ex Pantera e Damageplan Vinnie Paul aveva scarse ambizioni agli ultimi album in cui il suono si è fatto più potente e il songwriting dettagliato. Rispetto a 'Blood For Blood' gli Hellyeah hanno cercato a mio parere di snellire un po' la pesantezza del lavoro precedente senza perdere in potenza e groove. Lavorare ancora con Kevin Churko ha permesso poi di trovarsi una piattaforma già pronta su cui operare cambiamenti minimi. Il risultato non è impeccabile ma comunque molto buono col frontman che regala alcuni dei suoi testi migliori da diversi anni a questa parte e l'ex Nothingface Tom Maxwell spesso in primo piano. 'X' e 'Scratch A Lie' sono i brani giusti per fare presa sulle nuove generazioni ed allo stesso modo lasciare intendere agli appassionati di alternative metal che i tempi d'oro non sono finiti. 'Human' e 'Blood Plague' sono forse gli apici ma anche la tirata 'Leap Of Faith' è destinata a fare bene dal vivo come la reprise di 'I Don't Care Anymore' di Phil Collins.