Un ritorno alle origini per il duo russo che dopo la consacrazione internazionale di 'Belighted' ha ridato impulso alla propria predisposizione per la musica da camera senza per questo limitarsi dal punto di vista compositivo. Il primo aspetto da considerare nell'analisi dell'album è quello che le parti di pianoforte sono state registrate presso i mitici Mosfilm Studios di Mosca che hanno visto la creazione delle migliori colonne sonore dei film dell'era sovietica. Il resto delle sessioni è stato suddiviso tra San Pietroburgo, Londra e Toronto con le pregevoli collaborazioni di Gavin Harrison (Porcupine Tree, King Crimson), Colin Edwin (Porcupine Tree) e Mariusz Duda (Riverside, Lunatic Soul) chiamati ad irrobustire lo spessore tecnico dell'opera. Un secondo aspetto riguarda l'approccio lirico di Marjana Semkina che si è ispirata alle vite di Sylvia Plath e Virginia Woolf, e di conseguenza alla malattia mentale in generale, teso a rendere ancora più intriganti le ambientazioni dell'album. 'Too Many Years', 'Sleeping Pills' e la title track rappresentano le vette inarrivabili di una scaletta che esprime una conoscenza approfondita della materia progressive e riferimenti alla scena di Canterbury, al jazz ed all'elettronica così come al folk nordico. L'affiatamento tra la carismatica cantante, chiaramente appassionata di Joanna Newsom, e il pianista Gleb Kolyadin è notevole e l'acquarello di Constantine Nagishkin riflette a meraviglia la magia della musica proposta.