Sulla strada della “riabilitazione” Andres Stockdale ha deciso di fare definitivamente a meno di altri musicisti. In tour qualcuno si porterà dietro di sicuro ma il successore di 'New Crown' è stato realizzato in perfetta solitudine col contributo esclusivo del batterista Josh Freese (Nine Inch Nails, Bruce Springsteen) e del produttore Brendan O'Brien (Pearl Jam, Korn). Le dieci tracce risultanti almeno in apparenza mostrano l'energia e la consistenza di un tempo e quindi dovrebbero evitare le critiche ricevute dalla stampa negli ultimi anni. I riff sono selvaggi e potenti e le influenze garage dominano sui retaggi di Deep Purple e Led Zeppelin che avevano invaso il fortunato esordio. Semmai la title track richiama alla mente i The Who e 'Happy Face' parte come se fossimo tornati ai tempi di 'Vol. 4' dei Black Sabbath e poi regala una linea armonica beatlesiana. Inoltre l'irrequieto frontman sembra più flessibile nei confronti del tipo di ritornelli che lasciano il segno nel circuito radiofonico alternative rock statunitense. 'The Love That You Give' e 'City Lights' spiccano in una scaletta piuttosto breve, compatta e non certo irresistibile.