Per la sua nuova opera solista l'ex frontman degli Almighty, attualmente impegnato con i Black Star Riders, non si è certo risparmiato. Invece di pubblicare il solito album tirato via, come fanno in tanti artisti, ha di fatto completato due album per oltre settanta di musica dai quali spicca evidente il suo talento come songwriter e uno spirito manageriale significativo. Le due title track, 'When Patsy Cline Was Crazy (And Guy Mitchell Sang The Blues)' e 'Hearts On Trees' sono nate in collaborazione con Sam Robinson e su queste basi è stato portato avanti un approccio compositivo e delle registrazioni in grado di accontentare chi ama Bruce Springsteen così come chi è cresciuto con l'estro di Phil Lynott e dei Thin Lizzy senza scordarci della musica nera americana, quel blues che con il passare degli anni diventa punto di arrivo per quasi tutti i chitarristi. Non mancano nemmeno riferimenti a New Model Army e Stiff Little Fingers e, fin dalle iniziali 'The Road To Damascus Street' e 'Celebrating Sinking' si evince il tentativo di raggiungere un pubblico più vasto, sia come estrazione che come età, rispetto a 'Belfast Confetti'. La lista degli ospiti è incredibile e vede tra gli altri la presenza di Joe Elliot dei Def Leppard - colui che avrebbe tra l'altro dovuto produrre 'The Killer Instinct' – Ginger dei Wildhearts, Richard Fortus dei Guns n' Roses e Andy Cairns dei Therapy?. Difficile scegliere tra la parte rock e quella acustica. Di sicuro 'Johnny Ringo's Last Ride', 'If You're Not Going To Leave Me' e 'Psycho', rilettura di Leon Payne, sono pezzi che non cesserò facilmente di ascoltare.