Se volete farvi un'idea di come suonavano le band proto-metal negli anni settanta non vi servirà un documentario o qualche intervista dell'epoca. Vi sarà sufficiente mettere il vinile di 'Black Magic' sul piatto, alzare il volume e abbassare la luce. Il four-piece del West Virginia si è davvero superato realizzando la sua opera omnia e tingendo di nero anche le ballate acustiche 'As We Fall' e 'The Plague'. “Big John” Williams ha smesso di scimmiottare Ozzy Osbourne, cita più volentieri i Byrds e si esalta nelle partiture di 'Black Unicorn', che segue una title track micidiale, e 'Upon The Mountain'. 'Beyond the Astral' rappresenta l'incrocio perfetto tra i Black Sabbath di 'Vol. 4' e i Doors di 'Waiting For The Sun' mentre 'Slow Death' è un hard blues luciferino da consumare dal vivo. A metà tra i californiani Orchid e gli inglesi Uncle Acid & The Deadbeats, e con il supporto dell'etichetta fondata da Brian Slagel, i Brimstone Coven celebrano un frangente storico magico per la cultura e l'arte in genere con storie di magia nera, unicorni, foreste inesplorate e montagne che fanno sentire l'uomo piccolo. I riff di Corey Roth sono spaventosi e la sezione ritmica non perde un colpo fino alla conclusiva 'The Eldest Tree' nella quale occult doom e poesia si fondono mettendo a disposizione un immaginario che va dal debutto dei Ghost ai Cathedral passando per Avatarium e Electric Wizard.