A sette anni di distanza dal secondo omonimo lavoro in studio, pubblicato da Willowtip, la Relapse resuscita la malsana creatura grindcore originaria di Washington D.C. ma attualmente residente a Brooklyn. L'ibrido tra efferata violenza metal e attitudine hardcore punk è servito con quindici tracce che combinano un contenuto lirico viscerale ed un'estetica sonora in grado di conciliare i fieri sostenitori della musica estrema underground e gli animi più depressi del pianeta. Le registrazioni si sono svolte ai God City Studios di Salem sotto la supervisione di Kurt Ballou (Converge, Beastmilk, Kvelertak) mentre il mastering è stato curato da Brad Boatright (Nails, Downfall Of Gaia). Due garanzie di successo che si prestano al songwriting adulto e scevro da qualunque tipo di compromesso di Avi Kulawy, R.J. Ober e Casey Moore; tre pesi massimi che hanno covato per anni la loro vendetta e adesso scatenano tutto il rancore represso in forma elettrica. Voce, chitarra e batteria. Non serve altro ai Madrudergrind per fare casino e se amate Misery Index e Amebix non potrete non inchinarvi al loro passaggio. L'accoppiata 'The Opportunist/Relentless Hatred', 'Regressive Agenda' e 'Unit 731' i momenti più caldi di un ascolto che non potrà lasciarvi indifferenti e rischia di salire prepotentemente nei vostri indici di gradimento annuali.