Roskilde è famosa nel mondo per il museo vichingo ed il festival rock, secondo per dimensioni solo al Glastonbury, ma per il resto è una cittadina dove non succede molto. Deve essere questo che ha spinto i cinque ragazzi in questione a guardare decine di b-movies e serie televisive sui bikers e dedicarsi ad un hardcore dal sapore country e sludge. A primo impatto, di spalla ai Bombus, mi sono sembrati più simili ai Supercharger di quello che in realtà sembrano ascoltando il loro esordio. I testi, la chitarra acustica e l'armonica danno l'impressione di essere davvero nell'ambientazione di qualche film western americano poi parte la batteria e il cantante comincia a distruggere le sue corde vocali e l'atmosfera cambia radicalmente. 'My Confession' e 'Past The Point Of No Return' sono i due pezzi che vi consiglio di ascoltare per farvi un'idea più precisa ma, considerata la fatica con cui quest'album ha trovato una distribuzione, la speranza è che i Sons Of Death Valley negli ultimi due anni non siano stati fermi ed abbiano evoluto ancora di più il loro stile.