Nonostante tale domanda sia stata posta più volte nelle varie interviste promozionali non è ancora chiaro cosa successe dopo le registrazioni del debutto dei Graveyard per spingere Truls Mörck a togliere il disturbo e lasciare spazio a Jonatan Larocca-Ramm. Per carità quest'ultimo è un grande chitarrista e dischi come 'Hisingen Blues' e 'Lights Out' parlano a suo favore ma ascoltando questo magnifico vinile viene davvero da chiedersi cosa sarebbe successo se l’autore di queste nove tracce fosse rimasto al suo posto. Il destino ha voluto che ‘Truls Mörck’ arrivasse nei negozi a pochi mesi dal suo ritorno in line-up come bassista, vista la defezione di Rikard Edlund, ma alla fine quello che conta è la sostanza e di sostanza in questo disco ce n’è tantissima. Parliamo di rock psichedelico con influenze che vanno dai Byrds ai Can passando per Pink Floyd e Doors e il desiderio di confrontarsi con realtà moderne che condividono l’amore per la magia analogica del passato. Pensate ai primi Tame Impala o ai Midlake con il chitarrista che ha fatto praticamente tutto da solo, costruendosi uno studio a Grötö e lasciandosi aiutare da amici come Victor Furbacken, Johan Håkansson e Thomas Andrèn per limare i dettagli. Il risultato è stupefacente e bastano pochi secondi di ‘Take The Sun Down’ per rendersene conto. Pur durando solo quattro minuti il pezzo è capace di trasportarti negli anni sessanta e farti sentire come se stessi galleggiando per aria per un lasso di tempo infinito. ‘City Lights’ e ‘Stillness’ confermano l’eccellenza del songwriting e ‘Swordfish’ chiude la prima facciata del vinile in maniera epocale. Quello che però accade nella seconda facciata è davvero qualcosa di incredibile. ‘Blizzard’ è di un’immediatezza spaventosa e non a caso è stato scelto come singolo, ‘A Hundred Hours’ e ‘Pale Sun’ bilanciano alla perfezione elettricità e disegni armonici rilassanti puntando su un pubblico più eterogeneo e mercati lontani senza smarrire quella sensibilità che si percepisce durante l’intero ascolto. Spetta a ‘Cave’ chiudere un piccolo gioiello che non deve sfuggire a nessun appassionato di rock.