Non sono sicuro che tutti i fans dei Trivium apprezzeranno questa fuga dal growl di Matt Heafy. Ci sarà sicuramente chi la riterrà una mossa commerciale anche se il frontman potrà sempre ribattere che si tratta di un ulteriore passo verso il recupero del metal anni ottanta. Una volta trascorsa l’iniziale ‘Snowfall’, ripresa da Ihsahn degli Emperor, vi imbatterete in una serie di tracce che più meno perseguono lo stile di ‘Vengeance Falls’ proponendo una ricerca melodica notevole ed una cura nella registrazione e nella produzione che pochi gruppi del settore possono vantare. Diciamo che i Trivium sanno bene come immettere un prodotto sul mercato ma ‘Silence In The Snow’ non è comunque il disco che farà compiere loro la svolta definitiva. Forse perché supportati da un’etichetta ormai in palesi difficoltà oppure perché tale coraggio verrà frainteso da qualcuno. Ciò non toglie che ‘Silence In The Snow’ sia un lavoro in studio estremamente organico, dotato di almeno tre potenziali singoli da brividi ed altrettanti pezzi che potrebbero stare alla grande in un greatest hits. Dietro la console è stato chiamato Michael Baskette, del mixaggio se n’è occupato Josh Wilbur mentre alle pelli ormai da qualche tempo si siede Mat Madiro che alla sua prima opera con la band ha scelto di non strafare. Oltre al dotato frontman a distinguersi sono soprattutto Corey Beaulieu e Paolo Gregoletto. Il primo è uno dei pochi chitarristi che ha saputo apprendere la lezione dei Machine Head e rinnovarla con un gusto personale. Il secondo è complice di quasi tutte le rifiniture melodiche e se le sfumature del platter sono così efficaci buona parte è merito del suo basso. Più che thrash la title track e ‘Blind Leading The Blind’ si muovono su un heavy power di facile presa con ritornello potente e liriche declamate dal leader con passione ed epicità. L’apice è rappresentato da ‘Until The World Goes Cold’ ma anche la cadenzata ‘Dead And Gone’ e l’atmosferica ‘Beneath The Sun’ sapranno stupirvi.