-Core
M
Myrkur
Relapse
Pubblicato il 19/08/2015 da Lorenzo Becciani
Songs
1. Skøgen Skulle Dø
2. Hævnen
3. Onde Børn
4. Vølvens Spådom
5. Jeg er Guden, I er Tjenerne
6. Nordlys
7. Mordet
8. Byssan Lull
9. Dybt i Skoven
10. Skaði
11. Norn
12. Skaði (Demo)
Songs
1. Skøgen Skulle Dø
2. Hævnen
3. Onde Børn
4. Vølvens Spådom
5. Jeg er Guden, I er Tjenerne
6. Nordlys
7. Mordet
8. Byssan Lull
9. Dybt i Skoven
10. Skaði
11. Norn
12. Skaði (Demo)

Dopo avere stupito tutti con l’ep di esordio, Amalie Bruun, già conosciuta per l’electropop degli Ex Cops e come fotomodella, ha saputo trasformare in realtà la sua passione per il black metal riuscendo a convincere anche su lunga distanza. Rispetto alla release precedente è aumentato il potere cinematico delle sue atmosfere ed il pregio più grande di ‘M’ è quello di non presentare alcuna traccia uguale a qualcun’altra. Una varietà incredibile che sembra nascere più dall’improvvisazione e dall’istinto che da qualcosa di pianificato in studio. Nella produzione si cela però una differenza importante perché se le prime coraggiose tracce di Myrkur erano in pratica dei demo in questo caso siamo al cospetto di brani prodotti in maniera magnifica da Kristoffer “Garm” Rygg degli Ulver, giusto per sottolineare il legame della proposta con gli autori di ‘Bergtatt - Et Eeventyr I 5 Capitler’ e 'Nattens Madrigal - Aatte Hymne Til Ulven I Manden', che ha saputo modellare l’arte della ragazza in maniera da renderla ancora più letale. Un’altra influenza basilare è quella dei Darkthrone ma la spontaneità del songwriting è tale da impedire eccessivi paragoni. Come una lama affilata sferrata alla velocità della luce e per contrastare la quale non si ha il tempo di pensare una minima strategia. Le registrazioni si sono svolte a Oslo presso Oak Hill, Subsonic Society e Tomba Emmanuelle con il contributo essenziale del batterista Øyvind Myrvoll dei Nidingr e del bassista-chitarrista Teloch dei Mayhem a cui si sono aggiunti strumenti tradizionali del folklore nordico ed il violino di Ole-Henrik Moe. Il mixaggio, estremamente organico e capace di esaltare soprattutto pianoforte e voce, è stato curato da Anders Møller mentre la masterizzazione è stata seguita da Jaime Gomez Arellano agli Orgone Studios di Londra ormai celebri per avere dato lo slancio definitivo a dischi come ‘Infestissumam’ dei Ghost o ‘The Plague Within’ dei Paradise Lost. Se volessimo parlare veramente di second wave of black metal e nordic folk music allora ‘Onde Børn’ e ‘Jeg Er Guden, I Er Tjenerne’ sarebbero le tracce su cui puntare ciecamente. Nella oscura ‘Mordet’ spicca la collaborazione con Christopher Amott e le due versioni di ‘Skaði’ segnano l’evoluzione di un’artista che farà discutere ancora per molto. Non a caso i retaggi shoegaze dell’iniziale ‘Skøgen Skulle Dø’ a lungo andare si traducono in un’eco che accompagna l’ascoltatore per un lungo viaggio. Una parentesi estatica che mi ha riportato alla mente quel mirabile periodo in cui copertine di grande presa e produzioni sontuose esaltavano il contenuto marcio ed evocativo di numerose proposte. Per troppi anni il black metal ha vissuto una transizione declinata dagli addetti ai lavori a crisi perenne. Uno stallo creativo messo in ginocchio dall’imposizione mediatica di altri trend e dal sempre minore interesse da parte delle riviste specializzate. Adesso è venuto il momento di vendicarsi. Come uno slave-switch che dopo estenuanti sessioni di sadismo e pegging puo’ prendersi il corpo della sua mistress ed abusarne liberamente. Myrkur è proprio questo. Liberazione, catarsi ed epicità travolgente.

 

Myrkur
From Danimarca

Discography
Myrkyur (2014)
Mareridt (2017)
Folkesange (2020)
Spine (2023)