Mike Kerr e Ben Thatcher sono dei geni. Non so quanto dureranno anche perché probabilmente già dal prossimo lavoro in studio dovranno combattere contro un pesante senso di deja-vu e le spossanti richieste dell'etichetta però il loro debutto è uno degli album più divertenti da ascoltare degli ultimi tempi. Solo basso, batteria e voce. Il primo filtrato con diversi amplificatori e pedali. Distorto al punto giusto. Vivo come si compete al garage rock. La seconda pulsante, piena, sempre protagonista eppure mai invasiva. La terza capace di ingraziare i lettori medi di Classic Rock, enciclopedici sulla discografia dei Led Zeppelin e nel weekend appiccicati alle transenne degli Arctic Monkeys, e giustificare l'interesse major. Il duo proveniente da Worthing produce riff valvolari nervosi, ritmi tirati allo spasimo e refrain facilmente memorizzabili. Direte voi, sono gli ingredienti del rock eppure le band di questo tipo in circolazione si contano sulle dita di una mano. 'You Can Be So Cruel' i Queens Of The Stone Age, 'Ten Tonne Skeleton' i White Stripes, 'Figure It Out' è blues come sono blues i Black Keys ed infine 'Little Monster' plagia 'Voodoo Child' ma state sicuri che nessuno si lamenterà.