Un paio di mesi fa ho intervistato Peter Stjärnvind impegnato nella promozione dello splendido debutto dei Black Trip e ho avuto modo di constatare il suo shock relativo alla notizia dell'uscita di un album a nome Entombed A.D. Prima di procedere con un'analisi il più oggettiva possibile dell'album devo essere sincero. 'Back To The Front' per quanto mi riguarda sarebbe potuto essere anche il masterpiece del decennio ma sempre sensazioni di disgusto e disprezzo mi avrebbe trasmesso. Non solo, ero rimasto piuttosto stranito quando Nicke Andersson, in tour con gli Imperial State Electric, aveva un po' sorvolato sulla sua assenza in occasione della reunion della band per la riproposizione orchestrale di 'Clandestine'. Adesso tutto torna. Lars Goran Petrov decide di fatto di proseguire da solo e per evitare problemi legali cambia moniker insultando la storia. L'album è stato registrato da tre quarti della formazione di 'Serpent Saints' e questo ha garantito un certo senso di continuità ma non si arriva mai oltre il discreto o più che sufficiente. La produzione è eccellente, il mixaggio esalta prima di tutto la batteria ed in seguito le chitarre quasi relegando voce e basso in disparte. Una scelta volta a trasmettere un fascino vintage alle canzoni. 'Waiting For Death' e 'The Underminer' sono bombe inesplose pronte a deflagrare dal vivo mentre 'Kill To Live', 'Digitus Medius' e 'Second To None' svelano il lato più rock n' roll e psichedelico del progetto. In ogni caso scordatevi la band di 'Wolverine Blues'.