Avere raggiunto le vette del metal americano non è bastato al quartetto di Atlanta che con gli ultimi due album ha spostato il proprio interesse verso un rock n' roll quadrato e più adatto alla trasportabilità dal vivo. Un processo di scrematura encomiabile che non ha minimamente intaccato le strutture prog e sludge di un tempo ma soprattutto che non ha abbassato di un solo grado l'offerta tecnica nei confronti dell'ascoltatore. Dopo il sofisticato 'Crack The Skye' i brani sono diventati più diretti e voluminosi ed in questo senso 'Once More 'Round The Sun' prosegue il discorso intrapreso da 'The Hunter'. A produrli è stato chiamato Nick Raskulinecz che in passato ha prestato servizio per Rush e Deftones e che attualmente può considerarsi una garanzia per esaltare le potenzialità degli impianti stereo. La scaletta è illuminata da riff monumentali che a tratti riportano alla mente 'Leviathan, Brent Hinds e Brann Dailor spiccano in 'Ember City' mentre il singolo 'High Road' cita 'Blood And Thunder' ed è destinato a fare sfaceli in rete. Un po' Red Fang, un po' The Sword, i Mastodon hanno capito che fossilizzarsi in un solo genere non avrebbe portato benefici e continuano a divertirsi regalandoci stacchi strumentali da brividi e frammenti della loro classe superiore. 'Tread Lightly' e 'The Motherload' mettono sotto chiave il consenso dei vecchi fans e 'Diamond In The Witch House' è la solita gemma incastonata tra le pieghe viniliche del disco con Scott Kelly dei Neurosis celebrato quasi fosse uno sciamano. Altri ospiti il frontman dei Valient Thorr e la punk band femminile Coathanger.