Artista eclettico, disegnatore, regista, musicista e disturbatore mediatico. La fama di Rob Zombie non ha più confini e il suo talento non si smentisce mai. Dopo il clamoroso successo dei suoi due film ‘House Of 1000 Corpses’ e ‘The Devil’s Rejects’ (che tra poco arriverà anche in Italia) per l’ex leader dei White Zombie è venuto il momento di confermarsi anche sotto il lato musicale. In questo senso Zombie non potrebbe avere pubblicato un disco migliore di ‘Educated Horses’. Al suo interno c’è tutta la sua carriera a partire dal successo del video di ‘Thunderkiss ‘65’ fino alla retrospettiva ‘Past, Present, Future’. Aggiungeteci un John 5 perfetto quando si tratta di fare da ‘contorno’ (‘Let It All Bleed Out’) che nei sui confusi progetti solisti e otterrete un disco che impallera’ il vostro stereo a forza di ascolti. Dalla produzione si evince subito che gran parte dei beat corrosivi (e a lungo andare un po’ noiosi) di ‘The Sinister Urge’ hanno fatto spazio a percussioni sintetiche stile The Birthday Massacre e fulminei stacchi tipici delle sue colonne sonore. ‘American Witch’ e ‘Foxy, Foxy’ sono altri brani da dare in pasto ai dancefloor. ’17 Year Locust’ tenta di scoprire nuove dimensioni sonore sfumando purtroppo nella debole ‘The Scorpion Sleeps’. Caduta di tono ampiamente recuperata con un finale di disco sbalorditivo. La meravigliosa ‘Death Of It All’e ‘Ride’ rappresentano senza dubbio gli apici di una carriera sempre ai limiti e senza compromessi nonostante Zombie abbia costantemente flirtato con Hollywood e il business più spietato. La title track del suo recente capolavoro capace di riscrivere letteralmente le regole dell’horror e la malata ‘The Lords Of Salem’ chiudono "Educated Horses" tra acidi, estasi e distorte capacità percettive esaltate da un album da brividi. Ne avevamo bisogno con questa tiepida primavera alle porte.