Un esordio su lunga gittata di notevole interesse quello del moniker tedesco che fino a qualche mese fa celava il progetto personale di Nathanael. Con il passare del tempo, la firma di un contratto discografico e una maggiore consapevolezza nei propri mezzi la line-up è stata allargata con l'aggiunta di quattro membri che garantiranno una promozione live come si deve. 'The Elk' rimane comunque il risultato degli sforzi del polistrumentista in passato con Agrypnie, Heretoir e Bonjour Tristesse. Il concept di due fratelli alla ricerca di sè stessi e del loro rapporto con la natura si addice alla perfezione a invettive post metal e stacchi strumentali che rubano il mood malinconico al black metal di avanguardia. Liriche estremamente politiche e dirette, spesso a tema ecologico o vegan-straigth edge, legano invece il progetto alla comunità hardcore e punk ed è proprio in questa varietà di contenuti che l'album sorprende maggiormente. 'Monument' e 'The King Is Dead' offrono subito un impatto importante anche se è con 'Deleting Those Three Words' e le due parti in cui è suddivisa 'Forest' che si evincono le potenzialità più consistenti. Discreto ma migliorabile il contributo al microfono di Nils Groth già con Fäulnis, Nibdem, Ophis e Sakramortem ed è proprio su questo aspetto che si dovrà lavorare per arrivare a competere senza timore alcuno con la concorrenza proveniente dall'estero.