Se da una parte la Metal Blade si dimostra attenta a quelle che sono le evoluzioni del metal moderno da un'altra sorprende per l'incapacita' di leggere quelli che sono i gruppi di derivazione classica davvero meritevoli di promozione. In questa categoria non possiamo certo inserire i Powerwolf che non hanno compiuto passi in avanti significativi rispetto a 'Bible Of The Beast'. Il contributo di Dominic G. Joutsen, compositore russo di colonne sonore e musiche per videogiochi, non e' bastato a rendere le orchestrazioni piu' originali e la lezione degli Heavenwood avrebbe dovuto servire in questo senso. Il cantato di Attila Dorn e' pessimo e ammorba undici tracce nelle quali non troviamo sinceramente alcun elemento di interesse. Sarebbe piu' salutare offrire spazio a chi ha davvero delle idee e non a questi tristi emuli di King Diamond dallo scarso talento.