Ginger non lo ammetterà mai ma "Chutzpah!" è il disco che i Wildhearts volevano scrivere dai tempi di "Fishing For Luckies". Una manciata di canzoni dannatamente pop punk oriented in ottica mercato americano ma sostenute da riff heavy prodotti secondo le regole da Jacob Hansen. "The Jackson Whites" è l"introduzione perfetta ad un disco che non rinnega le proprie radici e sa sempre trovare spazio per ritornelli melodici di grande effetto. Esempi eclatanti sono "The Only One", scritta dal nuovo bassista Scott Sorry pensando ai Green Day di "American Idiot", e "Low Energy Vortex" sospinta da una carica adrenalinica insostenibile. Nel calderone troviamo poi qualche traccia tagliente in memoria di "P.H.U.Q." ("The Jackson Whites", "Plastic Jebus" e "Mazel Tov Cocktail") e una title track che non aspetta altro che spaccarvi i timpani dal vivo. Il dissacrante coretto di "You Are Proof That Not All Women Are Insane" e il crescendo di "Tim Smith" valgono da soli l"acquisto dell"album ma titoli a parte è la sensazione generale che si prova durante l"ascolto a rendere questo album migliore di quelli che lo hanno preceduto nel decennio. Se ci fosse giustizia in questo mondo i Wildhearts viaggerebbero in limousine.

You"re the only one that I think about
when I"m down and out and miles away