-Core
Með Suð Í Eyrum Við Spilum Endalaust
Sigur Rós
EMI
Pubblicato il 24/06/2008 da Lorenzo Becciani
Songs
1. Gobbledigook
2. Inní Mér Syngur Vitleysingur
3. Góðan Daginn
4. Við Spilum Endalaust
5. Festival
6. Suð Í Eyrum
7. Ára Bátur
8. Illgresi
9. Fljótavík
10. Straumnes
11. All Alright

Songs
1. Gobbledigook
2. Inní Mér Syngur Vitleysingur
3. Góðan Daginn
4. Við Spilum Endalaust
5. Festival
6. Suð Í Eyrum
7. Ára Bátur
8. Illgresi
9. Fljótavík
10. Straumnes
11. All Alright

Cado travolto, mi inchino, selvaggiamente rapito dal fascino totale dei Sigur Ros. Un gruppo che non ha ormai più limiti e si permette di sbeffeggiare il mercato di oggi in nome del panismo più esasperato. Lo dimostrano la copertina di "Með Suð Í Eyrum Við Spilum Endalaust", il video del primo singolo "Gobbledigook" ma anche la sorprendente facilità con cui la voce di Jónsi Birgisson riesce ogni volta nell"improbo compito di evocare quella tensione naturale nella quale ognuno di noi non può che riconoscersi senza cadere mai nel tedio o in perversi rituali ciclici che ammorberebbero l"ascolto. Un ascolto che invece fluisce delicato anche grazie alla collaborazione con un produttore esperto come Flood capace di collocare il processo evolutivo degli islandesi ai margini del concetto di commerciale e moderno. Incredibile infatti come canzoni quali "Góðan Daginn" e "Festival" seppure legate all"eterea tradizione cantautoriale della band riescano nell"intento di ammaliare con i loro "ritornelli" e puntuali rimandi cerebrali che definirei pop se non volessi essere rinchiuso in una casa di cura per malati di mente. "Con un ronzio nelle nostre orecchie suoniamo all"infinito" appare subito meno pervaso da archi e orchestralità ridondanti e più libero di esprimere con chitarre, piano e voce la sensualità compositiva di un gruppo che continua a prendere "Ágætis Byrjun" costante riferimento per replicare il proprio successo. Il disco può essere poi suddiviso in tre parti complementari e direi quasi "concentriche" considerato il fatto che ogni nota o sussurro ricade sulle conseguenti come gocce di pioggia battente. La prima parte sorprende per come la musica dei Sigur Ros abbia abbracciato in modo spontaneo la rivoluzione hippie che sconvolse il nostro mondo alla fine degli anni sessanta. L"amore per il corpo, la ricerca di un rifugio per la propria anima, il tema della discriminazione sessuale molto sentito da Jónsi (non certo una novità per chi rammenta il video di "Viðrar Vel Til Loftárása") e una libertà artistica che supera il mero concetto di confine si esprimono solenni e magnifiche nella suddetta "Gobbledigook" e nella successiva "Inní Mér Syngur Vitleysingur". L"approccio della band vira poi col passare dei minuti riscoprendo l"immensa spazialità di "Takk.." con gioielli melodici quali "Suð Í Eyrum" e appunto "Festival" dalla quale ancora non riesco a staccarmi da giorni. Le dolci note del piano di Kjarri Sveinsson in "Ára Bátur" aprono le porte a una terza parte che emerge catartica e malinconica con la viva memoria di "( )" ("Fljótavík"), sonorità ambient diffuse ("Straumnes") ma anche un pezzo che sfugge all"hopelandic manifestando la grandezza dei Sigur Ros anche nel rapportarsi alla lingua inglese ("All Allright"). Fantastici e insuperabili se non da loro stessi..
Sigur Rós
From Islanda

Discography
1997 Von
1999 Ágætis Byrjun
2002 ( )
2005 Takk...
2007 Hvarf-Heim
2008 Með Suð Í Eyrum Við Spilum Endalaust
2011 Inni
2012 Valtari
2013 Kveikur
2023 Átta