01. Last Chance For A Serenade 02. Jaws 03. Last Call 04. Threshold 05. Monster 06. Afterglow 07. In The End 08. Pretty Girls Make Graves 09. Bright Lights 10. Hell Hath No Fury 11. I Wish You Hell 12. So Long, Euphoria
Songs
01. Last Chance For A Serenade 02. Jaws 03. Last Call 04. Threshold 05. Monster 06. Afterglow 07. In The End 08. Pretty Girls Make Graves 09. Bright Lights 10. Hell Hath No Fury 11. I Wish You Hell 12. So Long, Euphoria
Se siete appassionati di "Twink Peaks" il nome Audrey Horne non potrà che suonarvi familiare. Se poi avete fatto attenzione alla scena extreme scandinava degli ultimi anni non vi ricorderà solo la serie ideata da David Lynch. Mettere insieme una band a Bergen, Norvegia, sembra essere una cosa immediata e semplice, vista la fervida atmosfera in cui tra Enslaved e Gorgoroth, Arve "Ice Dale" Isdal e soci nel giro di pochi mesi si riuniscono e incidono un primo album ("No Hay Banda") che ottiene un riscontro di tutto rispetto. A meno di tre anni di distanza confezionano un più che degno successore, una ventata di metal dalle influenze composite, dove sono tangibili grunge, post rock e alternative ma soprattutto dove accanto ai riff più aggressivi imperano basi melodiche e richiami agli States. "Le Fol" non è la somma logico-consequenziale delle premesse del curriculum ormai avviato e ben vantato dalla band. Vuole soprattutto essere un lavoro pensato nell"immediato, istintivo, sfaccettato e ricongiunto ad un"omogenità di suoni e testi imprevedibili quanto efficaci. Sentendo pezzi come "Bright Lights" che prima stuzzica e inaspettatamente esplode o "Jaws" che si schianta in un impatto fragoroso allo stesso modo di "Last Call", danno prova di uno smacco inattaccabile e di una potenza solida e ferma nelle sue intenzioni. Poi arriva "Monster" a placare gli animi e nonostante sia così diversa, non potrebbe esserci time-break più consono. Ed infine i sei minuti e venti di "So Long, Euphoria" riassumono aggressività, instabilità e reminescenze indiscusse di Tool, Faith No More e Alice In Chains. Un album solido e omogeneo nonostante rivesta aspetti diversi che lo rendono uno dei dischi rock più apprezzabili provenienti dal nord Europa.