-Core
Clap Your Hands Say Yeah
Clap Your Hands Say Yeah
self-produced [US] - Wichita/V2 [EU]
Pubblicato il 06/12/2005 da Dropday
Songs
01. Clap Your Hands! -
02. Let the Cool Goddess Rust Away -
03. Over and Over Again (Lost & Found) -
04. Sunshine & Clouds (And Everything Proud) -
05. Details of the War -
06. The Skin of My Yellow Country Teeth -
07. Is This Love? -
08. Heavy Metal -
09. Blue Turning Gray -
10. In This Home On Ice -
11. Gimme Some Salt -
12. Upon This Tidal Wave of Young Blood
Songs
01. Clap Your Hands! -
02. Let the Cool Goddess Rust Away -
03. Over and Over Again (Lost & Found) -
04. Sunshine & Clouds (And Everything Proud) -
05. Details of the War -
06. The Skin of My Yellow Country Teeth -
07. Is This Love? -
08. Heavy Metal -
09. Blue Turning Gray -
10. In This Home On Ice -
11. Gimme Some Salt -
12. Upon This Tidal Wave of Young Blood
In un panorama musicale come quello indie, dove il successo può arrivare folgorante e sbiadire altrettanto velocemente, la tendenza è fatta dal passaparola e le piccole etichette indipendenti traggono nuova linfa all’ombra delle multinazionali, può succedere che le classiche tappe che si pensano necessarie per il successo planetario vengano clamorosamente bruciate. Un esempio lampante sono questi cinque ragazzi newyorchesi dal nome un po’ delirante, i Clap Your Hands Say Yeah. L’album non è ancora stato distribuito a livello internazionale (lo pubblicherà la Wichita/V2 a gennaio) ed è stato autoprodotto dal gruppo senza l’appoggio di nessuna casa discografica a metà di quest’anno. Questo non ha assolutamente impedito che Internet permettesse una grandissima diffusione dell’album ed una fama in continuo aumento: merito di un sound particolarissimo che ha fatto gridare a molti addetti ai lavori al capolavoro. Se proprio non è un capolavoro, è un album da ascoltare e riascoltare perché può offrire più di quello che ci si aspetta. La prima cosa a colpire è la voce di Alec Ounsworth: un Thom Yorke in preda ad una crisi di panico. Sembra che prenda a calci le corde vocali, eppure è incredibile come le sue linee vocali stonate, assurde e sgraziate riescano a sposarsi alla perfezione con la musica ed a renderla ancora più sognante ed ispirata. Le atmosfere che i Clap Your Hands Say Yeah creano nell’arco dell’album sono leggere, vellutate, quasi impalpabili: i Radiohead ritornano frequentemente nelle melodie oltre che nella voce (soprattutto in “Let The Cool Goddess Rust Away”), ma si mischiano ad armoniche a bocca ed a ritmi dal retrogusto folk (“Details Of The War”), ai synth ed alla new wave (“Over And Over Again”, “Is This Love”, “In This Home On Ice”). Ma il culmine della genialità sta nel mezzo: “The Skin Of My Yellow Country Teeth” è una cavalcata sfrenata, introdotta dai synth ed incitata da un riff cristallino, all’inseguimento delle infinite stonature di Alec, che si incastonano deliziosamente tra gli accordi e la batteria incalzante. Un meraviglioso strazio per le orecchie. Un vero e proprio inno indie. E un album da non lasciarsi sfuggire.
Clap Your Hands Say Yeah
From USA

Discography
2005 - Clap Your Hands Say Yeah
2007 - Some Loud Thunder
2011 - Hysterical
2014 - Only Run
2017 - The Tourist
2021 - New Fragility