Non sempre le collaborazioni portano beneficio reciproco agli artisti coinvolti e non sempre le aspettative del pubblico vengono soddisfatte in pieno. Nello specifico però, sentire duettare Jacob Bannon e Chelsea Wolfe è qualcosa che fa bene al cuore ed il fatto che questo sia solo il primo capitolo di ‘Bloodmon’ lascia intravedere una prosecuzione del rapporto nel tempo. A vent’anni di distanza dal capolavoro ‘Jane Doe’, i Converge stupiscono i loro fan affiliandosi all’autrice di ‘Abyss’ e ‘Birth Of Violence’, al suo fedele compagno Ben Chisholm ed a Stephen Brodsky dei Cave In. L’esperienza scaturita dalla partecipazione al Roadburn Festival avrebbe anche potuto non tradursi in un lavoro in studio ma quando hanno cominciato a circolare ‘Blood Moon’, promossa col magnifico video di Emily Birds, e ‘Coil’ si è capito che stava per giungere nei negozi qualcosa di strepitoso. L’unico limite reale che ha ‘Bloodmon: I’ è rappresentato dalla commistione di impegni tra le due realtà sonore perché al cospetto di canzoni in bilico tra post metal, apocalyptic folk e dark rock come ‘Flower Moon’, ‘Tongues Playing Dead’ non si può non nutrire un fortissimo desiderio di vederli dal vivo. Gli apici in scaletta sono comunque ‘Lord Of Liars’ e ‘Scorpion’s Sting’, che si muovono in costante equilibrio tra quiete, nevrosi, potenza disarmante e follia. Un album di difficile lettura ma anche estremamente piacevole da ascoltare per tutti gli appassionati di metal e hardcore ma in generale per coloro che apprezzano la sperimentazione ed il coraggio in fase compositiva.