Prosegue la serie di ristampe della Bird’s Robe Records (Super Florence Jam, Dumbsaint..) che ci sta permettendo di scoprire, anzi riscoprire, tante realtà intriganti della scena rock australiana. Nello specifico parliamo del debutto discografico di un gruppo che dodici anni fa, con la collaborazione della label statunitense Equal Vision, cercò di fondere in modo originale pop sperimentale, alternative e post rock con i dettami della musica progressive. Nonostante l’eccellente riscontro che ottenne la presente scaletta oltreoceano, i Closure In Moscow, in tutti questi anni hanno dato alle stampe solo un altro full lenght (‘Pink Lemonade’) e, adesso che la verve compositiva sembra essere tornata quella di un tempo riascoltare queste tracce potrebbe fare scattare in molti curiosità. Il talento del batterista Beau McKee, uscito dalla line-up un anno dopo le registrazioni, e del chitarrista Mansur Zennelli è evidente fin dai primi minuti ma è complicato individuare una o due tracce atte a descrivere il suono del gruppo ad inizi carriera. In realtà il pregio maggiore di questo debutto, rimesso in circolazione con una copertina decisamente migliore di quella originale, sta proprio nella sua compattezza e nella capacità di intrattenere l’ascoltatore senza abusare di citazioni o fissarsi su arrangiamenti pretestuosi. Dodici anni passati in un lampo.