Anche i tedeschi The Picturebooks sono caduti nella tentazione di realizzare un disco con vari cantanti dietro al microfono, in sintonia con quanto fatto in passato da gente come Mark Morton dei Lamb Of God e Slash. In questo caso il duo teutonico si è servito di artisti ben inquadrati che vanno ad abbracciare un certo tipo di rock che è ritornato in voga in questi ultimi anni. Del resto, basta guardare i nomi, come Neal Fallon dei Clutch, Chris Robertson dei Black Stone Cherry o Jon Harvey dei Monster Truck, per capire in che direzione vada questo album che, va detto, non è proprio commestibile. Per essere più chiari, in lavori come questi in cui ci sono tante all stars, si cerca sempre di premiare l’orecchiabilità dei pezzi per coinvolgere larghe fette di pubblico. In questo caso, invece, i brani necessitano di ripetuti ascolti per essere apprezzati e questo, tutto sommato, è un bene, perché consente di giudicare con cura tutta la musica che è stata scritta. Ci sono momenti di grandissima esaltazione, principalmente quando si presentano a cantare ragazze dotate di un talento vocale unico come Elin Larsson dei Blue Pills in “Too Soft To Live And Too Hard To Die” e soprattutto Lizzy Hale degli Halestrom che raggiunge vette pazzesche con la sua preziosa ugola in “Rebel” che si erge come composizione migliore dell’intero lotto. Per il resto tra schegge di southern, mescolate a blues (“Corrina Corrina”) e vagonate di rock interpretate alla vecchia maniera, strizzando, magari, l’occhio a gente come i ZZ Top e gli Allman Brothers, “The Major Minor Collective” scivola via tranquillamente, senza lasciare dubbi sulla bontà di un prodotto che rimarrà, molto probabilmente, un unicum nella discografia dei The Picturebooks.