La pandemia deve aver ispirato in maniera particolare le viking metal band visto che nel giro di qualche mese ci siamo ritrovati tre nuove pietre miliari del genere come ‘Stars’ degli Einherjer, ‘Skogarmaors’ degli Obscurity e ‘Vanagandr’ dei Thyrfing, di cui vi parleremo a brevissimo. I tedeschi sono giunti al nono lavoro in studio ma non sembrano accusare affatto la fatica ed al contrario il cambio di line-up – con l’ingresso del chitarrista Askar e del batterista Isarn – ha trasmesso grande energia e nuova linfa compositiva. Inutile attendersi cambiamenti radicali di stile se non tredici tracce, registrate e prodotte sotto la supervisione di Tim Schuldt, che si muovono con aggressività ed enfasi dal black al death e, grazie a dinamiche molto potenti e curate nei dettagli, riescono ad evocare immagini e leggende norrene di notevole forza espressiva. Rispetto a ‘Streitmacht’ si percepisce una maggiore convinzione nei propri mezzi nonostante l’incertezza riguardo al tour che tuttora permane nell’ambiente musicale. Agalaz si supera in occasione di ‘Niedertracht’ e ‘Konstantinopel’ e la copertina realizzata da Jan Yrlund (Korpiklaani, Manowar) riflette alla perfezione la solidità di una scaletta che possiede tutto il necessario per rilanciare le quotazioni della band nell’elite del genere.